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di Niccolò Carratelli e Francesco Olivo

La Stampa, 2 agosto 2023

La destra assente alle celebrazioni. Piantedosi per il Governo, presente anche Schlein. Infuria la polemica per la commissione di inchiesta proposta da Fratelli d’Italia. Una commemorazione tesa, fatta di aperture, ma anche di scontri frontali. Bologna oggi ricorda la sua ferita più grande, la strage alla stazione del 2 agosto 1980. Giorgia Meloni, che nel passato ha negato la matrice fascista riconosciuta dalle sentenze della magistratura, non sarà alla manifestazione, e questa non è una novità. A rappresentare il governo ci sarà il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, già prefetto del capoluogo emiliano, che però non parlerà dal palco, una prassi ormai consueta negli ultimi anni.

Un altro ministro, Carlo Nordio, finito nel mirino del presidente delle associazioni dei parenti delle vittime, Paolo Bolognesi, prova a smorzare le polemiche, riconoscendo che “in sede giudiziaria è stata accertata la matrice neofascista della strage”. Aggiungendo poi l’impegno “per una inderogabile ricerca di quella verità completa che la Repubblica riconosce come proprio dovere”. Il ministro resta praticamente l’unico tra gli eletti di Fratelli d’Italia a utilizzare l’espressione di “strage fascista”, che compare nella lapide alla stazione.

La destra, insomma, Piantedosi a parte, non sarà a Bologna e il Pd parla di “silenzio inaccettabile”. Altre commemorazioni sono previste al Senato, presieduto da Ignazio La Russa, e alla Camera. A Montecitorio si voterà anche la mozione sulla desecretazione degli atti della strage di Bologna, proposta da Andrea De Maria, del Pd, dove si sottolinea “il valore delle motivazioni della sentenza del processo di primo grado “ai mandanti”.

La tensione è provocata soprattutto dalla richiesta di una commissione d’inchiesta, portata avanti dal presidente della Commissione cultura alla Camera Federico Mollicone, di FdI. Secondo l’esponente meloniano “questa non è una commissione sulla strage di Bologna, ma sulla storia d’Italia durante la guerra fredda, dal 1945 alla scomparsa di Graziella De Palo nel 1980”. La proposta vuole ereditare il lavoro fatto dalle commissioni Stragi, Mitrokhin e Moro 2, per mettere al centro il ruolo delle potenze straniere nelle vicende italiane, specie quelle dell’est Europa, “che anche presidenti che venivano dal centrosinistra, come Giovanni Pellegrino e Beppe Fioroni hanno riconosciuto”.

Secondo Mollicone, “la commissione avrà consulenti trasversali e non vuole sostituirsi alla magistratura, né vuole essere contro qualcuno, ma ha tre obiettivi: ricostruire la storia della guerra fredda in Italia, fare luce su alcune vicende specifiche (Caso Moro, quello di Graziella De Palo, l’attentato alla sinagoga di Roma) e creare un archivio unico digitale, che sarà la scatola nera della Repubblica”.

Questo insistere sull’influenza di Paesi stranieri, secondo i familiari delle vittime, serve a far riemergere la teoria della matrice palestinese, rilanciata da un presunto documento del ministero degli Interni ungherese che riferiva delle attività dei terroristi tedeschi del gruppo di Carlos collegati con i palestinesi. Secondo Bolognesi, si tratta di “una sciocchezza tirata fuori dai soliti personaggi che vogliono fare solo confusione e depistaggio”.

A Bologna ci sarà sicuramente Elly Schlein: “La verità sulla strage la conosciamo: è stato un attentato di matrice neofascista, ci sono sentenze definitive a certificarlo”. La segretaria del Pd ha partecipato spesso nel passato alle commemorazioni, ma “quest’anno, con questo clima preoccupante, è ancora più importante esserci”. E ricorda anche come, da vicepresidente dell’Emilia-Romagna, sia andata diverse volte in tribunale alle udienze del processo contro Paolo Bellini (condannato in primo grado per la strage) nel quale la Regione si è costituita parte civile. “Non servono altre inchieste, atteniamoci alla verità giudiziaria - dice la leader Pd a La Stampa - respingiamo con forza qualsiasi tentativo di depistaggio e di revisionismo”. Toni simili da parte di Federica Mazzoni, segretaria bolognese del Pd: “Oggi, più che mai, con tante verità già emerse, il silenzio del governo è inaccettabile - attacca - poiché diventa complice e colpevole, esattamente come tutti i tentativi di revisione, depistaggio, richiesta di commissioni d’inchiesta per rimettere in gioco la pista palestinese già fugata definitivamente”.

Nordio: “Strage di Bologna fu neofascista, ferita aperta”