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di Giuseppe Baldessarro

La Repubblica, 2 settembre 2022

Un detenuto si è tolto la vita impiccandosi nell’infermeria del carcere della Dozza. La notizia è stata diffusa da fonti sindacali della polizia penitenziaria. L’uomo - secondo una nota della Fp-Cgil - si sarebbe ucciso utilizzando come cappio il pantalone della tuta. Si tratta di un detenuto di 53 anni, di origini slave, con problemi di natura psichiatrica. Elemento che, se fosse confermato, rende “ancora più grave la notizia visto che alcuni detenuti dovrebbero essere controllati con ancora maggiore attenzione”, afferma il garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri.

Per il Sinappe “occorre farsi carico del problema dei detenuti con fragilità particolari con un’attenzione particolare”. Salvatore Bianco della Fp-Cgil delle guardie penitenziarie spiega che a questo punto “una delle misure indispensabili è l’aumento delle ore di lavoro all’interno degli istituti degli specialisti psichiatrici, compresi i fine settimana, quando queste figure professionali sono assenti”.

Alla Dozza i sanitari in servizio “sono ridotti numericamente ai minimi termini”. La carenza di personale viene segnalata anche da Nicola D’Amore del Sinappe. Per il Sappe, altro sindacato di categoria, si tratta “un fallimento delle istituzioni che dovrebbero garantire equilibrio e legalità nell’esecuzione della pena”. Gianni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe ricorda che lo scorso anno in Emilia-Romagna ci sono stati 4 suicidi e 164 tentativi di suicidio.