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di Filippo Fiorini

La Stampa, 21 ottobre 2023

Sei carabinieri indagati a Modena per il decesso di un trentenne. Dai primi esami non risultano segni di percosse sul corpo dell’uomo. L’ultima notte di Taissir Sakkra è stata turbolenta e tragica. È incominciata sabato scorso in un circolo Arci a Ravarino, nella bassa modenese, dove questo trentunenne tunisino ha consumato troppe bevute insieme al fratello Mohammed. Facevano casino, hanno litigato con un gruppo di altri avventori. Sono arrivati i carabinieri e li hanno portati in caserma in città. Ora, sei di questi agenti sono indagati a vario titolo per morte in conseguenza di altro reato, lesioni e minacce.

Li ha denunciati Mohammed, che dice di essere stato picchiato a sua volta. Il corpo del fratello è stato trovato domenica mattina in un parcheggio accanto alla stazione. Da subito, amici e parenti della vittima hanno contestato la versione ufficiale. L’autopsia, però, non avrebbe trovato segni di violenza e i militari dell’Arma rivendicano la correttezza del loro operato.

La prima notizia sul mistero è del mezzogiorno del 15 ottobre. È un comunicato stampa proveniente dallo stesso comando provinciale dei carabinieri di Modena in cui i fratelli Sakkra sono rimasti fino a mezzanotte circa, in stato di fermo. 18 chilometri dal Circolo Arci in cui hanno dato in escandescenze: li hanno portati lì perché questa è la centrale più vicina, aperta 24 ore su 24. Dista 500 metri dal Bar Tropicana, il dopo lavoro ferroviario che quello stesso giorno ha aperto i battenti trovando il ragazzo riverso nel parcheggio. Il testo diramato ai giornali parla di “accertamenti finalizzati a ricostruire l’esatta dinamica di una possibile caduta accidentale”, su una “persona senza fissa dimora”.

Di lì a poco, fonti di stampa scrivono di una “profonda ferita alla testa”, oppure, di un “taglio alla testa”. Hanno intervistato gente che afferma di aver visto il cadavere, ma vuole restare anonima. Col passare delle ore, altri testimoni riferiscono ulteriori dettagli: “Il volto era completamente tumefatto”. Il fratello, Mohammed, spalleggiato da amici e parenti, si trova un avvocato e sporge denuncia. Senza che questi o il suo legale abbiano finora rilasciato dichiarazioni pubbliche, si apprende che nella querela viene accusato un carabiniere per morte in conseguenza di altro reato e minacce. Questo, è riferito a Taissir. Mentre agli altri cinque si contestano le lesioni, che avrebbero però diretto contro Mohammed.

La procura apre un’inchiesta e affida le indagini alla polizia. Si tratta di un atto dovuto, così che anche i denunciati possano partecipare all’autopsia con i loro periti. Concluso l’esame, ieri sera, l’avvocato Cosimo Zaccaria, difensore di tre dei sei agenti (tra cui quello accusato dei reati più gravi), afferma che “la tac ha dato esito negativo: non ci sono lesioni” sul corpo di Taissir. Tra chi ha accesso alla morgue di Modena, qualcuno conferma e precisa: il ragazzo ha solo delle escoriazioni sui gomiti. La causa della morte sarebbe naturale o per abuso di sostanze: servono altri esami, in particolare, quelli tossicologici.

Per arrivare dove è stato ritrovato privo di vita, Taissir, che aveva precedenti per spaccio, può aver scelto due tragitti. Sebbene il parcheggio sia alberato e buio, di notte è chiuso. Non ci sono automobili, non ci sono telecamere. Tuttavia, ce ne sono molte e ben posizionate attorno e dentro la stazione, che è illuminata. “Le immagini li mostrano camminare insieme tranquillamente”, spiega ancora l’avvocato Zaccaria, in rifiremnto ai fratelli Sakkra. Ecco, come mai è stato un avventore del Bar Tropicana a trovare Taissir di mattina e non suo fratello Mohammed, che pure fino a qualche ora prima era con lui in caserma? I rapporti tra loro sono rimasti buoni dopo il rilascio?

Un altro elemento e un’altra testimonianza contribuiscono a ricostruire un quadro ancora frammentato. Il primo è che tempo fa, Taissir aveva abitato, da abusivo, nel palazzo che sta oltre il parcheggio in cui è stramazzato. La seconda è che qualcuno dice di averlo visto correre, quella notte, come stesse scappando da qualcuno o qualcosa.