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di Elisa Brunelli

altoadige.it, 16 agosto 2023

Il ministro Nordio pensa di utilizzare le strutture vuote per scontare pene fino a tre anni. Il sindaco: “Le strutture dismesse - penso alle Huber - servono a noi per farci alloggi”. “Ho sentito anch’io la proposta del ministro alla giustizia Carlo Nordio, che prevede di usare le caserme dismesse per scontare pene fino ai tre anni. Facciano quello che vogliono, purché non usino la caserma Huber di viale Druso: quell’area serve a noi per costruire alloggi. Ne sono previsti alcune centinaia”. È la reazione leggermente preoccupata del sindaco Renzo Caramaschi al Piano, già annunciato e rilanciato dal ministro alla Giustizia, dopo il suicidio nel carcere delle Vallette a Torino di due detenute. Al momento non risultano contatti ufficiali, ma non è escluso che ci possano essere, visto che sul territorio provinciale ci sono tante caserme dismesse.

Secondo Nordio, l’uso delle strutture militari vuote consentirebbe da una parte di ridurre il sovraffollamento e dall’altra di contenere le spese, rispetto alla costruzione di nuove strutture. Si calcola che attualmente, a livello nazionale, i detenuti con una condanna da scontare fino a tre anni, siano complessivamente 4.373.

La Huber non è una caserma vuota. Lo diventerà nel momento in cui i militari si trasferiranno alla Vittorio Veneto, nella strada omonima. Ciononostante il sindaco ci tiene a rimarcare che la caserma di viale Druso rientra, assieme all’areale ferroviario, nel piano comunale delle aree da riservare all’edilizia abitativa, per rispondere all’emergenza. Il Comando Truppe Alpine dell’Esercito non si esprime, ovviamente, sulla proposta del ministro Nordio; si limita a dire che c’è un Piano di dismissione delle caserme non più utilizzate che, in base a degli step già fissati, verranno trasferite alla Provincia. In cambio di permute o di investimenti per migliorare strutture usate dai militari. Poi la Provincia, una volta diventata proprietaria degli immobili, potrà concordare con il ministero come utilizzarli.

Verdi e Radicali in carcere - E mentre si discute della proposta Nordio, lunedì una delegazione mista di Radicali Italiani e Verdi, guidata da Elena Dondio e Brigitte Foppa, ha visitato il carcere di via Dante, nell’ambito dell’iniziativa nazionale di Radicali Italiani “Devi vedere”. “I problemi della struttura penitenziaria bolzanina - si legge in una nota - sono noti da tempo: un edificio fatiscente e sovraffollato con carenza cronica di personale, spazi ristretti, servizi igienici malfunzionanti, un cortile inadeguato ed infestato dai ratti. La mancanza di camere di sicurezza nelle questure, porta inoltre ad utilizzare la struttura in modo improprio e la mancanza di una residenza fuori dal carcere impedisce spesso l’applicazione delle misure alternative previste”.

Sabato scorso era arrivato il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro: è stata l’ennesima visita da parte di un rappresentante dei governi che si sono susseguiti nel corso degli anni. Anche Delmastro ha riconosciuto che la situazione in via Dante rischia di diventare esplosiva e si è impegnato affinché venga realizzato il nuovo carcere di cui si parla da almeno 10 anni. Ma ci sono verifiche tecnico-giuridiche in corso e i tempi si annunciano ancora lunghi. Molto lunghi.