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di Carmelo Salvo

Corriere dell’Alto Adige, 26 luglio 2023

Il progetto da 200 posti e 140 milioni di euro è considerato eccessivo. Il presidente Kompatscher: “Pronti a cambiare, ma bisogna fare presto”. “È lo Stato che vuole il ridimensionamento del nuovo carcere di Bolzano. A noi va bene, purché si faccia in fretta”. A dirlo è il presidente della Provincia, Arno Kompatscher che definisce “non degna” la situazione della struttura di via Dante. Previsto vicino l’aeroporto, il progetto di fattibilità del nuovo carcere comprende 200 posti per una spesa di 140 milioni. Ma sulla sforbiciata, confermata anche dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, lunedì a Bressanone, ha delle perplessità l’assessore all’Edilizia Massimo Bessone. “La struttura è realizzata con soldi pubblici e, quindi, dei cittadini. Non vorrei che tra qualche tempo ci si pentisse perché già affollata”.

È una corsa decennale ad ostacoli quella del nuovo carcere di Bolzano. Una corsa alla quale, mentre sembra avvicinarsi, viene anche spostato il traguardo. L’ultima “uscita” in ordine di tempo è il ridimensionamento della struttura il cui progetto di fattibilità, su terreni vicino all’aeroporto, prevede 200 posti. A confermarne l’intenzione di ridimensionare il progetto, come ha spiegato ieri in conferenza stampa il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, era stato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, lunedì a Bressanone.

“È lo Stato che paga e che decide - spiega Kompatscher -. Noi siamo soltanto il soggetto attuatore. Certamente è chiara una cosa, che bisogna fare in fretta. Questo l’ho ribadito al ministro. Noi ci siamo sempre, anche per trovare altri terreni o per fare un altro progetto, sempre in base alle disposizioni ministeriali. Ma bisogna ridurre i tempi perché la situazione del carcere in via Dante è inaccettabile e non degna di uno Stato moderno. Nordio mi ha ribadito che Bolzano è tra le priorità. Mi auguro che possiamo essere l’occasione per dimostrare che lo Stato è veloce”. E che il carcere attuale stia in una situazione sempre complicata lo conferma il numero dei detenuti, attualmente 107, sempre superiore a quello di 88 per il quale fu realizzato. Una situazione denunciata nel tempo un po’ da tutte le forze politiche, ultimi in ordine di tempo i consiglieri provinciali dei Verdi.

A sollecitare tempi rapidi da parte del governo per l’erogazione alla Provincia dei fondi necessari a realizzare l’opera è l’assessore provinciale all’Edilizia Massimo Bessone, che esprime, però, perplessità circa il ridimensionamento. “Noi - spiega Bessone - abbiamo predisposto il progetto di massima, su indicazione del precedente ministro della Giustizia, Marta Cartabia, e dell’amministrazione carceraria. Un progetto da cento milioni, che oggi, causa l’aumento dei costi dei materiali, che lo porta a 140. Cartabia, quando venne a Bolzano, mi disse: “Ma è necessario farlo così grande? Non è meglio farlo più piccolo e risparmiare qualcosa?” Io le ho risposto che certo, si poteva fare, ma che bisognava tener conto che facendolo, ad esempio di 150 posti, si rischiava fosse troppo piccolo. Ragione per cui i cittadini, che pagano le tasse, avrebbero potuto lamentarsi di una struttura fatta con i soldi pubblici e, quindi, con i loro soldi. Detto questo dovremo stare alle direttive del ministro, al quale continueremo a chiedere di fare presto”. L’assessore Bessone, comunque, assicura che fare un progetto ex novo non allunga i tempi e che l’area saranno gli stessi terreni espropriati 10 anni fa. “Abbiamo solo un progetto di fattibilità - prosegue Bessone - che è in pratica l’unico gradino dell’iter. Mancano ancora i progetti definitivi ed esecutivi. Quindi nulla di grave. Ricordo che a bloccare l’iter è stato il concordato fallimentare con la società Condotte, che ha vinto l’appalto con la gestione per 10 anni. Ma non sarà necessario fare una nuova gara, visto che a realizzare la struttura sarà Fincantieri che ha acquisito Condotte”.