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di Luigi Ruggera

Corriere dell'Alto Adige, 1 marzo 2024

Il confronto con il sottosegretario Ostellari non sblocca il progetto. L’ex garante Dondio: “Condizioni insostenibili per agenti e detenuti”. Missione romana, ieri, del presidente della giunta Arno Kompatscher per invitare il governo ad accelerare il processo di realizzazione del nuovo carcere di Bolzano. Va ricordato che nell’ormai lontano 2015 la gara d’appalto della Provincia per la progettazione e la costruzione della nuova Casa circondariale venne vinta dalla società Condotte. Un progetto da 140 milioni che prevedeva la costruzione di una struttura, a Bolzano sud vicino all’aeroporto, in grado di ospitare ben 220 detenuti e un centinaio di agenti della polizia penitenziaria (il carcere attuale prevede 88 posti per detenuti, anche se di fatto ne ospita un numero sempre superiore).

Da allora però molte cose sono cambiate: la società Condotte ha attraversato gravi difficoltà finanziarie che l’hanno portata all’amministrazione straordinaria e di conseguenza la costruzione del nuovo carcere non è mai partita, benché l’appalto sia formalmente ancora valido. A complicare ulteriormente la vicenda è stata, un anno fa, la decisione dello Stato di voler ridimensionare il progetto, considerato sovradimensionato: durante una visita effettuata nel luglio scorso alla struttura di via Dante, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, aveva dichiarato che il progetto del nuovo carcere andrebbe ridimensionato, prevedendo solo un centinaio di posti. Per farlo, però, si dovrà modificare il precedente appalto già assegnato: bisognerà quindi cercare di evitare il rischio di ricorsi ed ulteriori rinvii. Il pallino della vicenda è dunque in mano allo Stato, che dovrà decidere come procedere, ma intanto il progetto del nuovo carcere resta, a distanza di anni, ancora un miraggio.

La Provincia chiede quindi a Roma di accelerare. Ieri il presidente Arno Kompatscher, assieme alla senatrice Julia Unterberger e al segretario generale della Provincia Eros Magnago, ha quindi incontrato a Roma il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari. “Abbiamo sollecitato ancora una volta il governo a trovare finalmente una soluzione - ha spiegato Kompatscher - Abbiamo rappresentato anche al senatore Ostellari, come avevamo fatto meno di due anni fa con la ministra Cartabia, in visita alla struttura penitenziaria, la difficile realtà del carcere di via Dante: una sede sottodimensionata, fatiscente, inadatta al fine vero della pena, vale a dire la rieducazione del detenuto”. L’incontro con il sottosegretario alla Giustizia è stato “improntato alla massima collaborazione, ma ancora interlocutorio”. Ora ne seguiranno altri di natura più tecnica, già a partire dalle prossime settimane.

A sollecitare una soluzione per il carcere di via Dante è anche il sindacato Uilpa di Bolzano, la cui presidente Cristina Girardi denuncia: “È gravissima la situazione di carenza degli organici di personale amministrativo presso la casa circondariale. Da oltre 25 anni non si assume personale e si assiste solo al pensionamento di quello presente. Mentre la dotazione organica prevede 23 unità, di cui 8 laureati e 15 diplomati, di fatto sono assegnati in pianta stabile solo 2 assistenti diplomati, con una carenza di oltre il 90%, ed un dirigente”. La Uilpa ricorda che l’amministrazione penitenziaria ha autorizzato il Commissariato del Governo nel 2021 a bandire concorsi pubblici per 5 laureati e un contabile diplomato, ma il tentativo di reclutamento non ha prodotto alcuna assunzione.

“Questa situazione disastrosa, con carichi di lavoro aumentati ed insostenibili a rischio della salute per lo stress - conclude Cristina Girardi - comporta la necessità di valutare tutti i percorsi possibili per il reclutamento di personale civile ed auspichiamo l’intervento dell’amministrazione penitenziaria, del Commissariato del Governo e della Provincia”.

Intanto interviene anche l’ex referente e garante dei diritti dei detenuti per il Comune di Bolzano, la radicale Elena Dondio: “Il carcere di Bolzano è sovraffollato e fatiscente e bisogna realizzarne in fretta uno nuovo per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e degli agenti della polizia penitenziaria. La scorsa estate anche Rita Bernardini, dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino, aveva visitato il carcere di via Dante, definendo il suo stato vergognoso. Non dimentichiamo infine - aggiunge Dondio - anche la piaga dei suicidi nelle carceri italiane: solo dall’inizio dell’anno sono già stati 22 a livello nazionale”.