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di Elisa Brunelli

salto.bz, 25 luglio 2023

Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, in visita a Bressanone, ha tenuto una lectio magistralis all’università e firmato un protocollo di intesa con la Regione. Un lungo excursus nei meandri della storia ebraica, romana e dell’antica Grecia per analizzare i cambiamenti dei concetti di giustizia, indulgenza e legalità, per concludere poi sull’importanza di migliorare le condizioni del carcere affinché possa tornare ad avere la propria funzione rieducativa garantita dalla Costituzione. Questa la lectio magistralis del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, arrivato ieri nella sezione brissinese dell’Università di Padova in occasione dell’inaugurazione dei corsi estivi.

Piccola contestazione da parte del Movimento 5 Stelle, che ha accolto il ministro con striscioni e cartelloni rispetto al tema della riforma della giustizia, la depenalizzazione del reato d’ufficio e le contestate dichiarazioni, poi ritrattate sull’abolizione del concorso esterno per associazione mafiosa. “Dobbiamo far capire al Ministro che noi non ci siamo dimenticati delle sue parole contro le intercettazioni ai mafiosi, e del suo tentativo di riformare la giustizia anziché di applicarla”, ha spiegato Diego Nicolini, consigliere provinciale M5S.

La contestazione al ministro Nordio del Movimento 5 Stelle: “Non ci siamo dimenticati delle sue parole” - Poco prima, nella sala consiliare del comune di Bressanone, con il presidente della Regione Maurizio Fugatti e il vice Arno Kompatscher, è stato firmato un protocollo operativo sulla gestione uffici giudiziari della Regione. Stando al documento, sarà la Regione provvedere al potenziamento dell’organico sulla base della Legge regionale. Attraverso il protocollo sono stati concordati diversi aspetti per quanto riguarda la gestione del personale regionale assegnato agli uffici giudiziari regionali, dalle piante organiche, all’orario di lavoro,fino alle procedure da applicare in caso di trasferimento.

 È stato inoltre stabilito che, al fine di assicurare la funzionalità degli uffici giudiziari, per sopperire a temporanee esigenze di uffici aventi sede nel distretto, è possibile disporre l’applicazione di personale di un altro ufficio giudiziario.

Al 1° gennaio 2018 i dipendenti negli uffici giudiziari della Regione erano 35, mentre le attrezzature, gli arredi ed i beni mobili strumentali sono stati trasferiti in capo alla Regione alla fine del 2019. Negli ultimi 5 anni la dotazione organica complessiva del personale regionale ha visto un aumento di 76 unità, di cui 7 funzionari linguistici C1 (6 unità assegnate a Bolzano ed una unità a Trento), 50 assistenti giudiziari B3 (19 unità assegnate a Bolzano e 31 unità assegnate ad uffici giudiziari in provincia di Trento), 19 ausiliari A1 (5 unità assegnate a Bolzano e 14 unità assegnate ad uffici giudiziari in Trentino). A breve saranno inoltre ricoperti anche i 25 posti messi a concorso (10 per gli uffici giudiziari di Bolzano e 15 per gli uffici giudiziari della provincia di Trento) relativamente alla nomina degli operatori giudiziari B1.

Soddisfatto, con riserva, il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher: “Da una gestione provvisoria, si passa finalmente a una gestione effettiva sulla base di un controllo vero che ripartisce le competenze. Abbiamo sollecitato nuovamente per la costruzione del nuovo carcere, è urgente convocare un tavolo e iniziare con i lavori al più presto”. Secondo il Ministro Nordio, questo protocollo farà da apripista anche per le altre regioni: “Sarà un esempio pilota di come possono essere risolti i problemi di assunzione personale. Ne faranno seguito altri in altre regioni d’Italia, compatibilmente ai loro statuti. Sono grato a Bressanone, che diventa oggi una città simbolica: attraverso questo criterio di assunzione di personale amministrativo si possono ridurre le criticità della giustizia che non risiedono solo nella carenza di magistrati ma soprattutto del personale ausiliario”.

Rispetto al nuovo carcere, nonostante gli auspici ribaditi in università sulla funzione rieducativa della pena, per Bolzano ci sarà ancora molto da aspettare. L’impegno rinnovato dall’ex Ministra Marta Cartabia giunta lo scorso anno in visita a Bolzano sembra infatti sfumare ancora una volta. “Conosco il carcere di Bolzano da quando mi occupavo della Mala del Brenta e vi trasferivo i detenuti particolarmente pericolosi per tenerli lontani dal loro ambiente - rimarca il Ministro -. Allora c’erano già problemi ma temo che la situazione sia diventata ancora più critica. La questione del nuovo carcere è all’apice della nostra attenzione ma qui mi fermo, perché ci sono problemi di natura giuridica ed economica”.