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di Chiara Currò Dossi

Corriere dell’Alto Adige, 18 aprile 2024

Il piano dell’Asl: un trattamento farmacologico ai detenuti per interrompere la catena del contagio. “La misura più idonea è il trattamento farmacologico. Cercheremo di fare un intervento massivo, su tutto il gruppo dei detenuti, per interrompere la catena dei contagi. Non in termini di una vaccinazione: il farmaco uccide l’acaro sulla pelle e ne impedisce la replicazione, una sorta di sterilizzazione che però ha una durata di pochi giorni. Se dopo si torna in contatto con l’acaro, si ricomincia daccapo. Per questo la prima linea da presidiare è quella dell’igiene”. È Pierpaolo Bertoli, referente per le attività sanitarie in carcere, a descrivere il protocollo elaborato per fronteggiare i contagi di scabbia in via Dante.

Protocollo che è stato elaborato dall’Azienda sanitaria (Asl) insieme ai responsabili della struttura e e che verrà messo in pratica, con ogni probabilità, all’inizio della prossima settimana. “Stiamo aspettando di avere a disposizione i farmaci - spiega Bertoli - che non sono di facile reperimento, in questi volumi. Parliamo di oltre 100 detenuti, con la possibilità di ampliare l’offerta anche agli agenti di polizia penitenziaria, anche se per loro il riferimento non è l’Asl ma il medico del lavoro”. Di contagi, finora, ce ne sono stati sei (cinque tra i detenuti, uno tra gli agenti), con tre ricoveri in ospedale. Ma il numero potrebbe aumentare, considerato che il periodo d’incubazione, per chi ha avuto contatti stretti con i contagiati, “può durare anche diverse settimane”. Il trattamento farmacologico dovrebbe riuscire a eradicare l’infezione ma, come spiega il responsabile dell’Asl, “se non si risolve il problema alla base è difficile venirne a capo. La scabbia si trasmette attraverso materassi, lenzuola e asciugamani: serve una gestione molto attenta che, in una struttura con le caratteristiche di quella di via Dante, è abbastanza complicata”.

E questo perché la struttura è sovraffollata (attualmente i detenuti sono 108 su 88 posti), con solo un vano docce per sezione. Il progetto per un nuovo carcere da 200 posti ci sarebbe, l’area anche (in zona Agruzzo, espropriata per una spesa da 14 milioni), l’impresa vincitrice della gara (con base d’asta da 64 milioni) pure: quel che manca è il via libera ai lavori. Al pressing del presidente della Provincia Arno Kompatscher, che martedì aveva annunciato l’invio di una lettera a Roma (“continueremo a dirlo in tutte le sedi, anche alzando la voce”), si unisce ora quello di Christian Bianchi, assessore alle Opere pubbliche che ha chiesto un incontro con il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari: “La situazione è estremamente grave e urgente. È imperativo garantire una struttura adeguata”.