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di Antonio Fraschilla

La Repubblica, 6 febbraio 2023

Intervista al candidato alla segreteria del Pd: “Su Cospito decidono i giudici non la politica. La destra vuole rivalsa ma non dà risposte”. Arriva in un locale in zona Tiburtina per partecipare a un evento organizzato dal deputato dem Matteo Orfini. Parla pochi minuti davanti a una sala piena di ex deputati ed ex ministri, da Giuditta Pini e Fausto Raciti a Marianna Madia, rincuorandoli su un partito che “ha ancora un grande futuro se si rivolge al mondo delle imprese e alla ragazza che rifiuta giustamente un salario da 700 euro al mese”: un partito che non è morto “se però è chiaro nelle sue scelte”. E proprio per rispettare quest’ultimo passaggio Stefano Bonaccini, candidato a guidare il Partito democratico, prende una posizione netta anche sul caso dell’anarchico Alfredo Cospito che digiuna contro il 41-bis e sull’uso politico che di questa vicenda hanno fatto prima il sottosegretario Andrea Delmastro e il deputato Giovanni Donzelli, rivelando alcune intercettazioni dello stesso Cospito, e poi in questi giorni la premier Giorgia Meloni.

Bonaccini, condivide la linea Meloni sul caso Delmastro-Donzelli?

“No, è una risposta sbagliata. Un sottosegretario che divulga informazioni riservate tradisce la sua funzione. E un vicepresidente del Copasir che utilizza quelle informazioni per colpire l’opposizione in Parlamento non ha giustificazione alcuna. Meloni avrebbe dovuto chiudere la vicenda con tempestività e autorevolezza. Non lo ha fatto”.

Delmastro e Donzelli devono dimettersi da sottosegretario e da vice del Copasir come chiesto dai dem in Parlamento?

“Sì. Non hanno dimostrato quell’onore e quella disciplina che la Costituzione chiede a chi ricopre cariche istituzionali. Il rispetto delle regole e della democrazia viene prima di ogni cosa, soprattutto per chi dovrebbe guidare il Paese”.

Sul caso Cospito e in generale sul 41 bis che posizione ha?

“Il 41-bis è un istituto essenziale per la lotta alla mafia e a ogni tipo di eversione: per quanto mi riguarda non è minimamente in discussione. Vengo dal Pci e ricordo che nella nostra storia ci sono le lapidi di Pio La Torre e Guido Rossa. Quanto a Cospito, anche in carcere tutte le persone devono essere curate in modo adeguato e va rispettata la loro dignità: se non succede è una sconfitta per lo Stato”.

Hanno fatto bene i deputati dem ad andare in carcere a trovarlo?

“La verifica delle condizioni carcerarie rientra nell’attività dei parlamentari. Ma questo non c’entra nulla col 41 bis”.

Ma è favorevole o no a mantenere il 41 bis per Cospito?

“Non credo spetti alla politica decidere di questo, ma alle autorità giudiziarie che gestiscono e conoscono il caso”.

Secondo lei perché Meloni difende i suoi che hanno accostato “la difesa dei mafiosi” al Pd?

“Probabilmente è meno forte di quanto voglia far apparire. E colgo un altro elemento: la destra si è sempre sentita esclusa dallo Stato e ora che è al governo è come se avesse un atteggiamento di rivalsa. Ma debolezza e arroganza sono cattive consigliere”.

Teme una strategia della presidente del Consiglio per alzare la tensione nel Paese?

“No, non lo voglio credere. Imperizia e, ripeto, debolezza e arroganza. Io vedo più questo nel comportamento di Fratelli d’Italia. E la necessità di provare a nascondere le difficoltà a dare risposte agli italiani sui problemi reali di ogni giorno: lavoro, sanità, inflazione record. In questi casi spostare l’attenzione su altro aiuta. Ma i cittadini inizieranno presto a presentare alla destra il conto delle promesse elettorali fatte”.

C’è una emergenza su attacchi o presunti tali a istituzioni da parte di frange anarchiche?

“Mi preoccupa il coagularsi di solidarietà. Difendo ovviamente la libertà di espressione di tutti, ma vedo un po’ di leggerezza. Ciò detto, non ho elementi per dire quale sia il rischio potenziale o reale. Certo, eviterei un’escalation di toni e di scontro politico. Per questo la risposta di Giorgia Meloni è stata debole e insufficiente”.