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di Mauro Bazzucchi

Il Dubbio, 27 giugno 2024

Intervista alla deputata di Italia Viva: “Se andiamo avanti con questo ritmo entro fine anno ci saranno circa 65mila detenuti a fronte di una capienza reale di 48mila. Dal governo tanti annunci ma nessuna soluzione”. L’approdo in aula alla Camera del ddl Giachetti sulla liberazione anticipata ha acceso un faro sulle condizioni inumane di sovraffollamento dei nostri istituti di pena, e della tragedia dei sempre più numerosi suicidi in carcere. La scorsa settimana, per impulso della deputata di Italia Viva ed ex ministro, Maria Elena Boschi, a Montecitorio si è svolto un dibattito sul tema, con una richiesta delle opposizioni di un’informativa del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Abbiamo chiesto a lei quali sono a suo avviso gli interventi più urgenti da operare.

Onorevole, dall’inizio dell’anno in Italia ci sono stati già più di 40 suicidi in carcere. Un triste primato per un grande paese europeo. Quali sono a suo avviso le ragioni di questa piaga?

Purtroppo sono stati esattamente 46 i suicidi di detenuti da gennaio. Un bilancio drammatico. Ognuno di loro aveva un volto, un nome, un valore. Un detenuto non può essere considerato uno scarto anche se condannato per aver sbagliato. E a questo elenco tragico si sommano anche i quattro suicidi di agenti della penitenziaria. Polizia penitenziaria costretta ad operare in condizioni estreme per la mancanza di personale, per le condizioni delle carceri, con un impatto nefasto in termini psicologici anche per loro. E i suicidi sono la punta più tragica di un iceberg fatto da oltre 850 tentati suicidi e migliaia di atti di autolesionismo. Il sovraffollamento carcerario, con detenuti costretti in celle adeguate per la metà delle persone, è la causa principale di questo disastro. Ve lo posso garantire, andando nelle carceri, parlando coi detenuti. Anche con chi ha tentato il suicidio e per fortuna si è salvato. Se andiamo avanti con questo ritmo entro fine anno ci saranno circa 65mila detenuti a fronte di una capienza reale di 48mila. A questo si sommano strutture obsolete dove manca anche l’acqua calda, l’assenza di spazi per poter svolgere attività sportive o di lavoro, che rendono spesso invivibile la condizione carceraria. Al disagio estremo per tutti i detenuti legato alla costrizione fisica, si aggiunge spesso l’assenza di un supporto psicologico o psichiatrico adeguato per insufficienza di fondi e risorse umane. Senza considerare i troppi casi di detenuti che dovrebbero essere destinati ad altre strutture in quanto malati psichici ma che restano sospesi/parcheggiati in prigione per assenza di alternative. E lì si perdono definitivamente. Tutto questo non è degno del Paese di Beccaria.

Cosa si può e si deve fare? Quali sono le responsabilità in capo al governo?

Il Governo ha fatto tanti annunci, anche di un prossimo dl, ma non ha fornito nessuna soluzione. Anzi, con il continuo proliferare di nuovi reati e di aumento delle pene, il Governo Meloni ha drammaticamente contribuito all’aumento del sovraffollamento carcerario. Potrebbero intanto smetterla con la loro ansia panpenalistica. E poi dovrebbero evitare di continuare a sottovalutare perché con l’arrivo dell’estate i problemi esploderanno. Servono interventi infrastrutturali sugli immobili e nuove strutture, certo, ma richiede tempo. La priorità allora è intanto individuare delle soluzioni per ridurre subito il sovraffollamento, come ha proposto il collega Giachetti. Servono poi risorse immediate per le attività trattamentali per rendere più sopportabile la vita in carcere. Incentivare il lavoro dei detenuti ma soprattutto fornire adeguato supporto medico e psicologico, specie alle persone più fragili. Non dimentichiamo che in carcere ci sono anche innocenti o persone in attesa di giudizio che vivono con particolare fatica quella condizione. E magari rivedere anche l’apertura delle celle e la sorveglianza dinamica per la bassa e media sicurezza, come chiedono coloro che operano in carcere. Misure a costo zero che nell’immediato darebbero sollievo ad una situazione ormai esplosiva. E sicuramente aumentare il personale dell’amministrazione penitenziaria, a cominciare dalla polizia.

In aula, come detto, è arrivato il ddl Giachetti, ma il suo esame rischia di andare a rilento e la destra ha già fatto muro. Ce la farete ad approvarlo?

Il collega Giachetti ha presentato una proposta elaborata insieme a “Nessuno tocchi Caino” ed è stato costretto ad un prolungato sciopero della fame insieme a Rita Bernardini anche solo perché potesse essere discussa in commissione. È evidente che da parte della maggioranza non ci sia la volontà di affrontare la questione e con vari trucchetti nel calendario lo trascineranno all’infinito per poi arrivare a bocciare la proposta. Noi ci siamo detti disponibili a modifiche, a trovare una mediazione con il Governo, ma non c’è la volontà politica nella maggioranza. Preferiscono mettere la testa sotto la sabbia. In attesa del prossimo suicidio o fino a che la situazione sarà talmente insostenibile anche per chi lavora nelle carceri da dover adottare misure ben più drastiche per svuotare le carceri. E prima o poi i cittadini dovranno pagare anche il conto di una nuova condanna della Cedu grazie al governo Meloni.

Sempre in aula, il M5S è prima intervenuto per chiedere l’informativa a Nordio, denunciando le condizioni inumane di sovraffollamento nelle nostre carceri, poi nella discussione generale del ddl Giachetti, con Cafiero de Raho, ha assunto una posizione contraria. Che ne pensa?

Il M5S si è limitato ad unirsi ad una richiesta di informativa urgente promossa dal nostro gruppo di IV alla quale, peraltro, il ministro Nordio non ha dato seguito. E già questo mi pare grave: il Governo non sente il dovere di venire in Parlamento nemmeno a riferire sulla situazione drammatica delle carceri e su cosa intenda fare. Quanto al M5S, sappiamo bene quali sia la loro idea di giustizia. La loro idea non è molto diversa da quella di Lega e Fratelli d’Italia, tutti i populisti si assomigliano in questo. L’onorevole Giachetti si è sempre detto disponibile a cambiare alcune parti della propria proposta, magari escludendo anche alcuni reati dalla liberazione anticipata. Ma il M5S parte da una posizione molto netta: bocciare la legge.

La situazione nelle carceri italiane è drammatica anche per gli affetti, oltre che per le condizioni igieniche. Ci sono detenute madri che non possono vedere i propri bambini e detenuti che non hanno il diritto di vedere le proprie compagne i propri compagni. Lei si sta impegnando su questi temi, da dove si può iniziare per migliorare la situazione?

La vigilia di Natale sono stata a Rebibbia e le posso assicurare che è stato un cazzotto nello stomaco incontrare una giovane madre detenuta con il suo bambino di due anni. Un bambino che vede il mondo attraverso le sbarre, che a due anni non ha mai potuto giocare con un altro bambino. Qualunque colpa abbia commesso la madre, il prezzo più alto lo sta pagando il figlio. Il Governo Meloni, con le nuove norme del ddl sicurezza che stiamo discutendo alla Camera, vuole rendere il carcere per le detenute incinta o madri con figli piccoli la regola. Noi ci opporremo fermamente. I diritti dei bambini vengono prima di tutto. Occorrerebbe un atto di coraggio sulla custodia cautelare, sul differimento della detenzione nel caso di bambini piccoli o con disabilità, aumentare i fondi per le case famiglia protette. Ma sicuramente queste misure non sono lontanamente nei radar del governo.