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La Repubblica, 21 gennaio 2024

Il flop del sistema. Sono 5.695 i dispositivi attivati, un quinto per tenere lontano gli stalker dalle loro vittime. Ricordate Artem Uss, il quarantenne figlio di un oligarca russo vicino a Putin, fuggito a marzo dagli arresti domiciliari in una villa del Milanese dove era in attesa di estradizione negli Stati Uniti? In quattro mesi, il braccialetto elettronico che portava alla caviglia ha suonato almeno una trentina di volte. Tutti falsi allarmi che hanno sempre costretto i carabinieri ad inutili interventi: l’imprenditore era sempre in casa, quando poi è scappato - massimo della beffa - l’ha fatto portandosi dietro il braccialetto, uno di quelli non dotato di Gps, dunque inutile alla sua localizzazione.

La denuncia del sindacato dei carabinieri - Di falsi allarmi come quelli, ogni giorno in Italia, dai circa 5.700 braccialetti elettronici attivati, al polso o alla caviglia, di detenuti ai domiciliari o stalker da tenere lontani da donne che rischiano la vita, ne suonano continuamente. Centinaia, denunciano ora i carabinieri aderenti all’Unione sindacale militare interforze associati che, esasperati dalla quantità di inutili interventi sul territorio ma anche preoccupati dagli effetti negativi su possibili vittime o su individui pericolosi, hanno deciso di scrivere ufficialmente ai ministri di Giustizia, Interno e Difesa, competenti in materia di uno degli strumenti di prevenzione ritenuti più utili soprattutto in tema di contrasto alla violenza di genere.

“Un dispositivo malfunzionante è in grado di provocare fino a 30 falsi allarmi al giorno - spiega Carmine Caforio, segretario generale dell’Usmia, ma anche comandante di una delle squadre del radiomobile di Roma che dunque conosce bene le ricadute sul territorio - di falsi allarmi in tutta Italia le forze dell’ordine ne riscontrano a centinaia. E questo provoca un dispendio di risorse che non possiamo permetterci. Ogni volta che un dispositivo suona, la pattuglia delle forze dell’ordine che ha in carico il controllo della persona deve subito intervenire per controllare, deve anche accompagnare il tecnico dell’ente gestore per l’eventuale verifica. Un’operazione che impiega almeno un’ora e che distoglie le pattuglie dal controllo del territorio con tutto quello che ne può conseguire. A parte le conseguenze psicologiche per la potenziale vittima di una violenza di genere, che entra in uno stato di ansia continuo e l’inevitabile effetto che un falso allarme ripetuto alla lunga può avere sulla pronta risposta di chi è deputato al controllo”.

Come funzionano i dispositivi - A segnalare il malfunzionamento dei braccialetti elettronici in passato è stata anche la polizia, soprattutto per quel che riguarda le zone di bassa ricezione del segnale lanciato dal dispositivo. All’interno dei braccialetti elettronici c’è infatti una scheda telefonica che chiama in tempo reale la centrale operativa ad ogni spostamento dall’area in cui dovrebbe rimanere. Ci sono quelli dotati di geolocalizzatore, dunque in grado di seguire gli eventuali spostamenti sospetti della persona controllata, e ci sono quelli semplici, senza Gps. Nel caso in cui vengono utilizzati per garantire la sicurezza di donne minacciate, sono tarati su una distanza minima a cui lo stalker deve attenersi e un dispositivo gemello viene consegnato alla vittima perché possa essere avvisata in tempo reale di una ipotetica minaccia.

“Se non verranno adottati urgenti rimedi il dispositivo, concepito per migliorare la sicurezza, rischia di peggiorarla, diventando uno strumento poco credibile e soprattutto incontrollato - sottolinea Caforio - L’eccessivo e inutile controllo di polizia causa ansia nelle vittime, tensione nei soggetti sottoposti alla misura e demotivazione nelle forze dell’ordine, mettendo in luce l’inerzia di un sistema in avaria che espone il personale preposto a inutili rischi e responsabilità”.

Un quinto dei braccialetti utilizzati contro gli stalker - In Italia, a dicembre, il numero di braccialetti attivi era di 5.695. Di questi, 1.018 sono utilizzati per casi di stalking, 671 sotto il controllo dei carabinieri, 348 dalla polizia. A gestire il servizio è Fastweb, la compagnia telefonica che a febbraio 2022 ha nuovamente vinto la gara d’appalto bandita dal Viminale per 15,6 milioni di euro per la fornitura e il monitoraggio dei braccialetti elettronici richiesti dall’autorità giudiziaria. Ai rilievi mossi nella lettera del sindacato dei carabinieri, si sono limitati a rispondere con un “no comment”.