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di Fabrizio Geremicca

Corriere del Mezzogiorno, 26 febbraio 2023

Avvocati e intellettuali a Palazzo Serra di Cassano, incontro sul carcere duro. L’incontro si è tenuto all’indomani della notizia che la Cassazione ha respinto la richiesta di Alfredo Cospito di revoca del 41 bis, il regime del carcere duro contro il quale l’anarchico è in sciopero della fame da quasi quattro mesi. Ieri mattina a Palazzo Serra di Cassano, dunque, si respirava delusione tra i partecipanti alla tappa napoletana della campagna per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo promossa da “Morire di Pena”.

La decisione della Cassazione, però, non ha indebolito la volontà di proseguire nella battaglia per Cospito e per gli altri detenuti. L’avvocato Caterina Calia ha sottolineato che il carcere duro è applicato anche a persone le quali non hanno alcuna organizzazione di riferimento fuori dal penitenziario, come tre ex militanti delle Nuove Br, ed a detenuti molto anziani. Valentina Calderone, dell’associazione “Buon Diritto”, ha portato la sua esperienza di quando, da assistente di un senatore, ebbe occasione di entrare nei reparti del 41 bis.

“I detenuti - ha riferito - sembravano fantasmi. Vivono sotto terra, con la luce artificiale accesa 24 ore su 24. Nell’ora di socialità passeggiano in un cubicolo di cemento”. E ha ricordato: “La Corte europea dei diritti umani ha sancito che il 41 bis viola la Convenzione euro”Uno pea dei diritti dell’uomo”. L’avvocato Bruno Larosa ha riferito i racconti di alcuni detenuti in regime di carcere duro: mi ha detto che si sveglia alle 5, ma non può neppure prepararsi un caffè, perché gli agenti penitenziari portano il fornelletto in cella alle sette ed alle 19 lo portano via. Un altro mi ha raccontato della privazione dei libri e della foto inviatagli dalla figlia insieme ad una lettera. Il 41 bis è un abominio che si applica, tra l’altro, anche a persone in attesa di giudizio”. E aggiunge: “Il ministro Nordio è in malafede perché proprio lui, anni fa scriveva in merito agli aspetti di disumanità del nostro sistema carcerario”.

Un altro avvocato, Domenico Ciruzzi, ha ricordato a tutti che “la barbarie attuale viene dalle leggi speciali degli anni Settanta che furono giustificate in nome della lotta al terrorismo. All’epoca non esisteva il 41 bis, ma c’era l’articolo 90”. Ricordando anche che “dopo Capaci e via D’Amelio il 41 bis fu introdotto in nome della lotta alla mafia. Successivamente è stato ampliato ad altre categorie di detenuti. Nacque come misura - sbagliata ed incostituzionale - temporanea ed emergenziale. Ora la politica si assuma la responsabilità di dire che è cessata l’emergenza”. Maurizio Braucci, scrittore e sceneggiatore: “Cospito ha trasformato il suo corpo in uno strumento che farà capire a tutti cosa sono il carcere ed il 41 bis”.