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quibrescia.it, 8 giugno 2022

I detenuti possono partecipare a laboratori di arteterapia e musicoterapia, ma anche a progetti di reinserimento lavorativo per conto di alcune aziende bresciane.

Sono tanti i dibattiti attorno al tema del valore rieducativo del carcere, ma, spesso, per mancanza di opportunità e di possibilità, chi viene recluso non ottiene questo spazio per ripensare alla propria vita in termini di riscatto sociale. Il carcere cittadino Nero Fischione si apre all’arteterapia ed al lavoro attraverso alcuni progetti messi in campo da cooperative sociali del territorio, come il Centro diurno “L’Ancora”, gestito dalle Cooperative Fraternità e di Bessimo, che ha realizzato, da un anno a questa parte, uno spazio terapeutico rivolto ai detenuti, nel quale, cinque pomeriggi a settimana, dalle 14 alle 17, gli operatori realizzano laboratori di arteterapia e musicoterapia, attraverso il quale le persone possono esprimere anche le proprie emozioni, i sogni, le aspettative di una vita “oltre le sbarre”.

La Cooperativa La Fontana di Lumezzane, da inizio maggio, ha coinvolto quattro detenuti in un progetto lavorativo che consiste nel montare ed assemblare pezzi di rubinetteria, all’interno del carcere, in uno spazio appositamente attrezzato. Il lavoro come mezzo di riscatto, come espressione di dignità e di emancipazione.

I risultati di questi interventi sono stati illustrati dalla direttrice Francesca Paola Lucrezi, alla presenza di monsignor Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia, e dell’assessore Marco Fenaroli.