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di Manuel Colosio

Corriere della Sera, 11 aprile 2023

Sul post intervengono la Garante dei detenuti, Luisa Rovagnani e il criminologo Carlo Alberto Romano: “Non si scherzi con la vita umana”. Arriva a stretto giro di posta la replica al sindaco di Pontoglio Alessandro Pozzi, autore nei giorni scorsi di un post sui social in cui annuncia di voler inviare mezzo chilo di casoncelli ad Alfredo Cospito, il detenuto anarchico che ha deciso di allentare lo sciopero della fame iniziato il 20 ottobre scorso contro il regime di 41bis al quale è sottoposto. Alla provocazione del primo cittadino la risposta giunge da due noti giuristi e docenti universitari bresciani: la Garante dei diritti delle persone private di libertà del Comune di Brescia Luisa Ravagnani e il criminologo Carlo Alberto Romano, entrambi profondi conoscitori del tema carcerario e detentivo.

“Affrontare la questione con frasi superficiali, provocatorie e frettolose non è rispettoso della vita umana e non giova nemmeno alle vittime, che devono convivere con questioni molto più complesse rispetto a quelle che vengono espresse in certi commenti pubblici - afferma Ravagnani secondo la quale il 41bis - meriterebbe una discussione ben più approfondita e sviluppata partendo dalla conoscenza dei diritti umani e in modo che possa realizzarsi un bilanciamento tra pena ed esigenze di tutti. Rispondere al male con il male non costruisce società più sicure, come è noto agli studiosi del metodo riparativo e come si vede negli Stati Uniti, dove esistono sistemi terribili e molto simili al 41bis italiano che non sono in grado di aumentare la sicurezza nel paese”.

Rispetto quindi all’augurio fatto da Pozzi che Cospito possa passare “una lunga vita al 41bis per provare a ragionare sul male che ha provocato” la garante e titolare del corso di studi in “giustizia riparativa” all’Università di Brescia afferma come sia “tempo vuoto e perso pensare che la segregazione possa essere un modo per far riflettere sui propri errori. Il cambiamento, come studi condotti in mezzo mondo dimostrano, ha bisogno di elementi molto più complessi per realizzarsi. Tra questi sicuramente c’è la predisposizione personale al cambiamento, che però è strettamente collegata alla possibilità di costruire relazioni umane positive e che favoriscano l’allontanamento dal crimine. Su questo si può dire che il regime del 41bis fallisce in partenza”.

Un commento meno tecnico e decisamente più politico giunge da Carlo Alberto Romano, che attacca il primo cittadino di Pontoglio eletto nelle fila del centrodestra e vicino alla Lega suggerendo “grande cautela nell’affrontare certi argomenti, oltre che un po’ di memoria storica in modo da ricordarsi come furono vittime di uno sciopero della fame anche detenuti che non avevano, probabilmente, idee così dissimili da chi si rende protagonista di malaugurate boutade come questa: mi riferisco a Bobby Sands, militante dell’Ira, che diede la propria vita conducendo uno sciopero della fame nel carcere di Long Cash in nome dell’indipendentismo e contro il regime unionista. Questo sindaco avrebbe mandato i casoncelli anche a lui?” domanda il criminologo bresciano.