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quibrescia.it, 2 febbraio 2023

A partire da giovedì 9 marzo sarà possibile partecipare a uno dei cinque incontri che si terranno nella biblioteca della Casa circondariale Nerio Fischione dalle 14 alle 16. Basta prenotarsi. Nell’ambito del progetto “Carcere per i diritti umani”, laboratorio di idee attivo ormai da più di sei anni negli istituti di pena bresciani, è nato fra i detenuti il desiderio di impegnarsi nella narrazione delle vicende che portano al carcere e delle conseguenze che tali scelte negative determinano, per far conoscere alla collettività il mondo penitenziario e le difficoltà dei detenuti nella ricostruzione di una vita rispettosa delle regole del vivere comune, ma anche di abbattere alcuni dei pregiudizi che frequentemente si frappongono alla buona riuscita di un programma rieducativo.

Per raggiungere questo obiettivo è stato preso a modello il progetto della “Biblioteca Vivente” grazie al quale i lettori, anziché sfogliare libri, possono entrare in contatto con persone con le quali nella quotidianità non avrebbero occasione di confrontarsi.

A partire da giovedì 9 marzo, per cinque appuntamenti, sarà possibile partecipare agli incontri che si terranno nella biblioteca della casa circondariale Nerio Fischione (Canton Mombello) dalle 14 alle 16. Gli interessati potranno fare richiesta di partecipazione inviando una mail, entro mercoledì 15 febbraio, all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., corredata di copia del documento di identità per consentire le necessarie verifiche precedenti al rilascio dell’autorizzazione da parte dell’amministrazione penitenziaria.

Durante gli incontri, a cui potranno partecipare massimo due persone per volta, i detenuti racconteranno la propria storia, le ragioni che li hanno portati a entrare in carcere, le tappe fondamentali vissute dal momento dell’ingresso all’arrivo della condanna definitiva e le principali difficoltà incontrate nella fase di reinserimento nella società esterna.

I partecipanti potranno liberamente interagire con i detenuti e un mediatore garantirà che il dialogo avvenga nel rispetto reciproco e senza la condivisione di dati sensibili.

Alla fine del percorso, tutti gli interventi rilevanti, emersi dal confronto fra detenuti e cittadini, verranno raccolti in un documento finale (libro, dispensa, in base al materiale raccolto) da condividere con la cittadinanza. La speranza è quella di poter contare sulla partecipazione di persone non solo interessate a conoscere da vicino il mondo dell’esecuzione della pena ma anche disponibili a superare pregiudizi e luoghi comuni a favore di un confronto autentico.

Cos’è la Biblioteca Vivente? Nata in Danimarca negli anni Ottanta è un metodo innovativo per promuovere il dialogo, ridurre i pregiudizi e favorire la comprensione reciproca. È riconosciuta dal Consiglio d’Europa come buona prassi per il dialogo interculturale e come strumento di promozione dei diritti umani. Consente di affrontare gli stereotipi e sfidare i pregiudizi più comuni in modo positivo e costruttivo. Nella realtà, infatti, le categorie non esistono, esistono solo le persone con le loro storie personali, le loro scelte e i motivi che le hanno determinate. Grazie a Biblioteca Vivente, i “lettori” possono entrare in contatto con persone con le quali nella quotidianità non avrebbero occasione di confrontarsi. www.bibliotecavivente.org).