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di Federica Pacella

Il Giorno, 4 gennaio 2024

Il “Nerio Fischione” è l’istituto di pena in Italia più “fuorilegge”. Il report dell’associazione Antigone traccia la mappa delle strutture in difficoltà. Che il sovraffollamento sia un male cronico del sistema penitenziario è cosa nota, ma la velocità con cui sta crescendo l’affollamento nelle carceri ha assunto i contorni di un nuovo allarme. E in questo scenario Brescia, con il ‘Nerio Fischionè (Canton Mombello) è al primo posto in Italia tra le situazioni gravissime. A dirlo è l’associazione Antigone nel report di fine anno.

“L’attuale tasso di crescita è estremamente allarmante - si legge nel report di fine anno -. Nell’ultimo trimestre (da settembre a novembre) i detenuti sono aumentati di 1.688 unità (a livello nazionale, ndr). Nel trimestre precedente di 1.198. In quello ancora prima di 911. Nel corso del 2022 raramente si è registrata una crescita superiore alle 400 unità a trimestre. Insomma, non solo la popolazione detenuta cresce, ma cresce sempre di più”. In questo contesto il tasso di affollamento ufficiale è del 117,2%, in Lombardia al 142% (8.733 detenuti in 6.152 posti). “La situazione in molti istituti è poi gravissima. A Brescia Canton Mombello l’affollamento è ormai al 200%, a Foggia al 190%, a Como al 186% e a Taranto al 180%”. Se gli spazi detentivi ufficialmente disponibili non aumentano, diminuisce però lo spazio a disposizione dei detenuti: non a caso il numero di ricorsi da parte di persone che lamentavano di essere state detenute in condizioni che violano l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e che vengono accolti dai tribunali di sorveglianza italiani, è in costante aumento da pandemia.

Inoltre, sono sempre di più i reparti detentivi in cui si applica un regime a celle chiuse e dunque durante il giorno i detenuti restano chiusi nelle proprie celle. Cala leggermente il numero delle persone che lavorano in carcere alle dipendenze del carcere stesso, mentre sembrano finalmente aumentare le opportunità di formazione professionale: in Lombardia, su 8733 detenuti ci sono stati 840 iscritti.