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di Gennaro Grimolizzi

Il Dubbio, 10 febbraio 2024

La presenza delle carceri ha un impatto significativo anche nei Comuni che le ospitano. Per questo è fondamentale un lavoro sinergico tra tutte le istituzioni coinvolte. A Brescia è particolarmente sentito il tema del carcere di Verziano. Il progetto per il suo ampliamento, risalente ad una decina di anni fa, poteva contare su una dotazione iniziale di 15 milioni. Tutto però si è arenato da tempo. Tra le cause la chiusura del “piano carceri” e il passaggio di competenza, in materia di edilizia penitenziaria, al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Oltre a Verziano, nel capoluogo lombardo da tempo si discute sul futuro di Canton Mombello, un istituto penitenziario ideato alla fine del 1800 e situato in centro storico. Della questione carceri ne abbiamo parlato con Laura Castelletti prima sindaca donna di Brescia che guida di una coalizione di centrosinistra.

Sindaca, a che punto è il progetto riguardante il carcere di Verziano?

L’obiettivo che ci siamo prefissi è preciso. Riguarda l’ampliamento e il miglioramento delle condizioni di vita di chi è ospitato a Verziano, considerata la condizione di sovraffollamento nel carcere di Canton Mombello che andrebbe chiuso. In questo momento ci sono circa 400 detenuti per 185 posti disponibili. Siamo oltre il 200% della capienza e le condizioni carcerarie non possono essere accettate in un Paese come il nostro. La realizzazione del progetto riguardante Verziano, pertanto, è prioritaria.

L’emergenza carceraria è un problema che tocca da vicino pure le amministrazioni comunali. Come la state affrontando a Brescia?

Il carcere di Canton Mombello è situato al confine del centro storico della città. È un luogo in cui tanti soggetti interagiscono tra loro. Canton Mombello fa parte della città e oggi versa in condizioni inaccettabili. Per questo si è aperto un dialogo con i vari rappresentanti istituzionali del mondo della giustizia, che ci ha indotto a sederci intorno a un tavolo per fare delle richieste precise: l’ampliamento del carcere di Verziano e la chiusura contemporaneamente di Canton Mombello. Occorre pensare ad una revisione del sistema carcerario, prendendo in forte considerazione le opportunità per i detenuti fuori dal carcere in ambito lavorativo.

Alcuni giorni fa il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha risposto durante il question time su Verziano, dopo una interrogazione della senatrice bresciana Maristella Gelmini. È soddisfatta della presa di posizione del guardasigilli?

Le risposte del ministro Nordio sono un segnale incoraggiante. Voglio ricordare che il ministro della Giustizia è venuto a Brescia in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, a fine gennaio. In quella occasione ha anticipato una volontà che poi nel corso del question time ha ribadito. Mi riferisco all’esigenza di trovare le risorse per l’ampliamento di Verziano. Non sono soddisfatta nel momento in cui l’ampliamento di Verziano, così come è stato richiesto da Brescia, non coincide anche con l’altra richiesta relativa alla chiusura di Canton Mombello. Quest’ultimo è un carcere che risale alla fine dell’800. L’indicazione del ministero di intervenire su parte delle strutture per riadeguarle non è la risposta della quale necessitavamo. Canton Mombello è inadeguato, stiamo parlando di una struttura ormai obsoleta. Quella di Nordio, quindi, è una risposta che continua a essere parziale e che non risponde alle reali esigenze.

Il tema delle carceri in Italia ha sempre i caratteri dell’emergenza. Come si corre ai ripari?

Giustamente lei fa riferimento alla situazione emergenziale, che non viene mai affrontata in modo chiaro con scelte conseguenti. Ogni volta che si cerca di fare un passo avanti, in una determinata direzione, si cambia. Il riferimento è nel nostro caso alla giustizia e alle infrastrutture carcerarie. Voltaire diceva: “non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, perché su questo si misura il grado di civiltà di una nazione”. In Italia siamo messi davvero molto, molto male dal punto di vista delle strutture penitenziarie. A ciò si aggiungano i temi della revisione del sistema carcerario e dell’applicazione di sistemi alternativi alla detenzione, che, a mio avviso, non vengono affrontati in modo serio e adeguato. Le due cose devono viaggiare contemporaneamente. Dobbiamo, inoltre, decidere se il carcere deve essere solo un luogo punitivo, dove si infilano le persone, si chiude la porta della cella e ci si mette alle spalle questa realtà o se invece occorre insistere su un percorso riabilitativo, finalizzato al reinserimento nel tessuto sociale e lavorativo di chi ha scontato una pena. Molto viene lasciato alle disponibilità di amministrazioni e del volontariato. È vero anche che il dialogo tra diversi soggetti è sempre intenso. Ma tutto ciò non è sufficiente, ci deve essere una strategia chiara da sviluppare. In questo contesto giocano un ruolo importante le amministrazioni comunali. Per questo vorrei fare un’ultima riflessione.

Dica pure…

Il carcere, chi ne è ospite, insieme a chi ci lavora, ma anche le famiglie dei detenuti che gravitano intorno non sono fuori dalla città, ma sono una parte importante della città stessa. C’è, quindi, un interesse del Comune a dare delle risposte. L’amministrazione che guido crede molto nel dialogo, alla base di un preciso metodo di lavoro. La collaborazione a 360 gradi con il mondo della giustizia e le forze politiche, indipendentemente dal colore, la ritengo necessaria per lavorare bene insieme. Ho inviato una lettera, che aspetta ancora una risposta, per la convocazione di un tavolo con il ministro della Giustizia e delle Infrastrutture, con il coinvolgimento del Demanio, per ragionare sul futuro di Canton Mombello quando il carcere verrà dismesso. Analogo impegno è profuso per Verziano. Abbiamo anche immaginato che l’ex presidente della Corte d’appello, Claudio Castelli, oggi in pensione, magistrato dalle grandi capacità, possa essere un riferimento importante per tenere il rapporto stretto tra Brescia e Roma, con il coinvolgimento dei parlamentari che hanno legame diretto con la nostra città.