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di Pietro Gorlani

Corriere della Sera, 6 maggio 2022

Il primo cittadino entro maggio vuole una delegazione parlamentare bipartisan con il quale fare pressing sul governo: “Vanno subito sbloccati i 50 milioni previsti nel Def per la nuova struttura”.

La misura è colma. Gli anni di sovraffollamento delle carceri bresciane ed i dieci anni di promesse non mantenute riguardo alla realizzazione di una nuova struttura - con svariate ipotesi, dall’ex caserma Papa in città alla Serini di Montichiari - porteranno il sindaco dem Emilio Del Bono a Roma, affiancato da una delegazione bipartisan di parlamentari (ancora da istituire).

“Intendo costituire entro questo mese una delegazione di parlamentari bresciani di tutte le forze politiche che insieme a me incontrerà il ministro della Giustizia Marta Cartabia. Le porremo con determinazione il tema dei 50 milioni di euro previsti nel Documento di economia e finanza del 2021 che però non trovano traccia nel bilancio dello Stato” conferma il sindaco, che a dicembre aveva anticipato al Corriere la volontà di incontrare sul tema il premier Draghi. Nei prossimi giorni partiranno i contatti con i parlamentari, soprattutto della Lega, che spesso sottolinea l’urgenza di avere un carcere degno di questo nome.

Il nodo dei 50 milioni “fantasma” è dirimente ed è anche l’oggetto di una interrogazione a risposta scritta avanzata giusto tre mesi fa del parlamentare dem Alfredo Bazoli ai ministri dell’Economia e delle Infrastrutture. Un maxi finanziamento di cui non sa nulla “né l’amministrazione penitenziaria interessata né il Provveditorato regionale per le opere pubbliche” aveva aggiunto il deputato bresciano.

E pensare che nel 2018 lo Stato aveva messo a disposizione per Verziano 15,2 milioni di euro con i quali si sarebbero dovuti realizzare 400 nuovi posti per ripensare gli attuali 115mila mq di edificio. Il Provveditorato regionale per le opere pubbliche aveva già affidato la progettazione (gara vinta dalla Tecnicaer di Torino consorziata Mythos scarl, RPA srl, Tecnarc srl) che pare essere finita su binario morto finché non ci saranno i fondi anche per il secondo lotto: “Quelle risorse sono inadeguate ad avere una struttura all’altezza delle necessità. Se vogliamo davvero fare il salto di qualità atteso da anni dobbiamo fare una cosa fatta per bene” dice Del Bono.

E il tema delle aree su cui realizzare la nuova struttura? Qualcuno ricorderà che fino al 2019 la Loggia aveva pensato ad una “permuta” con l’azienda agricola Verziano, proprietaria dei 74mila metri quadri di terreni su cui dovrebbero sorgere laboratori e spazi di lavoro per i detenuti oltre alle casermette per gli agenti, trasformando nel contempo l’attuale edificio in una moderna struttura con celle dignitose per 400 persone (uomini e donne).

In cambio dei terreni la Loggia era disposta a cedere palazzo Bonoris di via Tosio. Ma la vittoria alla Consulta incassata dalla Loggia riguardo alla liceità del taglio ai diritti edificatori arrivati con il Pgt 2016 - Pgt che ha cancellato la possibilità per l’azienda agricola Verziano di trasformare 24mila mq di campi in aree residenziali vicino al Villaggio Sereno - ha fatto cambiare idea all’amministrazione Del Bono. Palazzo Bonoris è stato venduto all’asta per 2,7 milioni, i campi dove costruire il nuovo carcere sono ancora da acquistare.

Di più. Nello schema originario pensato dal sindaco la cessione al Ministero di quelle aree agricole avrebbe portato in cambio un “regalo” da parte del Demanio: una fetta dell’ex caserma Randaccio dove realizzare il polo scolastico di Brescia centro. Una triangolazione rimasta lettera morta. Per Del Bono però “il tema delle aree da acquistare è l’ultimo dei problemi - dice -. L’importante adesso è avere conferma dei 50 milioni e iniziare la progettazione”. Vero è che sarà il ministero della Giustizia a dover entrare in possesso delle aree, pensando come extrema ratio anche all’esproprio. Di certo bisogna correre, perché tra progettazione e lavori serviranno almeno quattro anni: una volta pronto il Verziano bis, Canton Mombello sarebbe dismesso.

La storica struttura all’interno delle mura venete potrebbe diventare un importante luogo culturale. Un tema “molto prematuro” per Del Bono, che già 5 anni fa aveva confessato che sarebbe stato “complicato restituire Canton Mombello ad una funzione reale”. L’ultima considerazione su cui Del Bono si sofferma sono le inadeguate risorse messe a disposizione dal Pnrr per un piano di svecchiamento delle carceri in tutto il Paese: “Peccato, perché era l’occasione per alzare gli standard dei nostri istituti di pena. Una questione di dignità per i detenuti ma anche per gli agenti di polizia penitenziaria”. Già.