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di Angela Grassi


La Prealpina, 5 aprile 2020

 

Nelle celle di via Per Cassano al momento il numero dei detenuti risulta in calo. Arrivate donazioni: l'apprezzamento del direttore Orazio Sorrentini. Niente rapine, niente colpi eclatanti. E niente furti nelle case, dove la gente sta rinchiusa per evitare il contagio. L'emergenza coronavirus ha risvolti su mille fronti, uno di questi riguarda la casa circondariale di via Per Cassano: crollano i reati, nessun nuovo detenuto entra nella struttura. Migliora, dunque, una situazione di sovraffollamento che era di nuovo tornata, un mese fa, a dati preoccupanti: 440 reclusi in spazi in cui dovrebbero esserne ospitati la metà.

"Siamo sotto i quattrocento - rivela il direttore Orazio Sorrentini - Dopo tre anni di crescita costante, si registra un calo. La magistratura di sorveglianza sta concedendo maggiori detenzioni domiciliari a chi si avvicina al fine pena vicina, a chi ha davanti meno di un anno di reclusione. Ne ho parlato con i detenuti, avvisando che il loro numero è in calo e questo favorisce un piccolo distanziamento. Accade qui, come in tutta Italia: gli ingressi diminuiscono parecchio, non ne abbiamo avuto quasi nessuno nei giorni scorsi. La delinquenza è drasticamente calata".

Niente ladri e spacciatori, per adesso qualche caso di maltrattamento. Chi resta dietro le sbarre sta affrontando senza grossi guai l'emergenza coronavirus. Non ci sono contagi e tutto fa sperare che le cose continuino così. Restano sempre in vigore le restrizioni definite dal Dipartimento centrale: nessun colloquio visivo, soltanto telefonate. Per venire incontro al bisogno di sapere come stiano i parenti, a casa, la direzione ha attivato un nuovo servizio, oltre alle chiamate tramite pc su Skype. "Abbiamo ricevuto dal Dipartimento dei telefoni che permettono video chiamate - racconta Sorrentini - Non possiamo lasciarli in mano ai reclusi, è sempre rischioso. Si organizza un colloquio, lo smartphone viene collocato in una custodia di legno davanti alla postazione: non lo possono toccare e ogni volta l'apparecchiatura viene disinfettata".

Qualche segnale positivo si fa largo. Come la donazione ricevuta giovedì grazie all'interessamento del garante comunale Matteo Tosi. Un bancale di semifreddi della A-27Emmi dessert, in scadenza fra un mese, è stato consegnato dall'Associazione culturale Brughiera Càdamatt. Sono tremila confezioni, riservate alla polizia penitenziaria e ai detenuti, per dimostrare vicinanza. "Un gesto importante per chi è recluso: ricorda che là fuori molti stanno pensando a chi è qui - dice Sorrentini - Ringrazio il garante, un gesto molto apprezzato".

Altro messaggio di supporto arriva da Oblò, l'associazione che in carcere organizza corsi di teatro e spettacoli con i detenuti protagonisti: "Da tanti giorni siamo in silenzio, i pensieri si accavallano e vanno ai rapporti interrotti, soprattutto con chi non possiamo neanche virtualmente raggiungere - dicono da Olbò - Il pensiero è andato spesso ai nostri attori ristretti e a tutti i detenuti di Busto. Il loro isolamento è ancora più duro del solito. Ma non ci sono emergenze dal punto di vista sanitario ed è stata avviata la possibilità di accedere a videochiamate settimanali con la famiglia. Un bel segnale".