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varesenoi.it, 27 settembre 2023

La Lilt ha avviato le visite specialistiche: i primi screening hanno già interessato il personale amministrativo e gli agenti di Polizia penitenziaria. A ottobre si terranno i controlli per i primi venti detenuti che si sono prenotati, a cui se ne potranno aggiungere altri. “La casa circondariale è parte integrante del territorio”, ricorda la direttrice Pitaniello. La prevenzione entra nella casa circondariale di Busto Arsizio. La sezione provinciale di Varese della Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) ha infatti avviato delle visite specialistiche gratuite rivolte ai detenuti e ai dipendenti che operano all’interno dell’istituto.

I primi screening hanno già interessato il personale amministrativo e gli agenti di Polizia penitenziaria. A ottobre si terranno le visite dei primi venti detenuti che si sono prenotati, a cui ne seguiranno altre nel caso di nuove richieste. Nel frattempo, sono già stati realizzati due momenti di formazione, uno rivolto al personale, l’altro a un’ampia rappresentanza della popolazione carceraria di Busto.

“Una bellissima iniziativa - osserva la direttrice della casa circondariale Maria Pitaniello -. Un progetto all’insegna dell’interazione e dell’integrazione col mondo dell’associazionismo, che in questo territorio è vivace. Vi è un duplice valore sociale: il valore della cura del sé attraverso la prevenzione sanitaria e quello dell’attenzione a tutto il nostro contesto, detenuti e personale. A maggior ragione in una fase storica complessa, caratterizzata da sovraffollamento ed eventi critici. Il diritto alla salute è costituzionalmente garantito”.

Ivanoe Pellerin, presidente della Lilt provinciale, presentando il progetto nella sala meeting della struttura di via per Cassano ha ricordato come la pandemia abbia rallentato i controlli. In Italia quest’anno i nuovi casi di tumore stimati sono 390.700. Ma, a fronte di cifre che creano allarme, incoraggia sapere che cresce il numero dei guariti, che nel 2020 sono stati 3,6 milioni. “Ci auguriamo che le previsioni siano sbagliate - ha aggiunto Pellerin. Ma dobbiamo in ogni caso rafforzare le azioni per contrastare il ritardo diagnostico”. Anche all’interno del carcere, affinché “nessuno possa sentirsi trascurato o “lasciato indietro”.

Eugenio Porfidio, direttore generale dell’Asst Valle Olona, ha rimarcato che “la salute non ha confini o restrizioni. È individuale ma anche collettiva. Tutti devono partecipare alla prevenzione, nessuno escluso”. Tanto che la dottoressa Pitaniello ha invitato i detenuti presenti alla conferenza stampa a farsi portavoce di quanto ascoltato con i compagni di reclusione o nelle occasioni di dialogo con i familiari: “Date l’esempio e stimolate chi vi è vicino”, il messaggio.

Questa campagna, come detto, non è rivolta solo alle persone recluse: tutto il personale femminile dell’istituto ha risposto alla chiamata; una cinquantina gli agenti di Polizia penitenziaria che hanno aderito, per un totale di 116 visite richieste. “Una buona partecipazione - sottolinea la comandante Rossella Panaro -. E un bel gesto di attenzione: sapere che qualcuno all’esterno si prende cura di noi è una grande cosa. La salute produce sicurezza. A volte noi agenti riteniamo che la divisa ci possa preservare da qualsiasi male. Purtroppo non è così, in passato colleghi ci hanno lasciato a causa di tumori”.

Ora tocca ai detenuti: “Abbiamo organizzato due ambulatori che inizieranno il 5 e 6 ottobre con le valutazioni dei venti pazienti prenotati - spiega Ezia Iorio, coordinatore sanitario -. Man mano che arriveranno nuove richieste, andremo avanti per tutto il mese”.

L’iniziativa, ha ribadito la direttrice Pitaniello, testimonia che l’istituto di Busto è parte integrante del territorio. Lo ha evidenziato anche l’assessore all’Inclusione sociale Paola Reguzzoni, anticipando critiche fin troppo prevedibili: “La Lilt fa prevenzione costantemente, per tutti - ha ricordato -. Questa iniziativa non toglie nulla a nessuno. La salute non è un privilegio che va conteso, è un diritto di tutti”. E questo progetto ha anche una funzione educativa: “Chi abita queste mura non sempre in passato ha avuto rispetto della propria vita. La prevenzione è proprio un modo per tornare a rispettare se stessi”, ha detto l’assessore. Da ciò l’invito ai detenuti che l’ascoltavano: “Vincete la paura e fatevi visitare”.