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di Giansandro Merli

Il Manifesto, 6 agosto 2022

Ieri la decisione del tribunale del riesame di Bologna. Revocati i domiciliari, resta l’obbligo di firma. Inizia a perdere pezzi il teorema della procura di Piacenza contro i sindacalisti Usb e Si Cobas arrestati il 19 luglio scorso. Ieri il tribunale del riesame di Bologna ha fatto cadere l’accusa di associazione a delinquere e revocato i domiciliari per Issa Mohamed Abed, Mohamed Arafat Ali, Aldo Milani, Roberto Montanari, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli. Per tutti resta l’obbligo di firma tre volte a settimana.

Entro 45 giorni il giudice depositerà le motivazioni della decisione. A quel punto sarà possibile il ricorso in Cassazione, con la difesa che potrebbe chiedere la revoca anche dell’obbligo di firma. Nell’inchiesta sono coinvolti anche Fisal Elmoursi Elderdah e Riadh Zaghdane, contro cui non era stato disposto l’arresto.

“La lotta paga. Avanti così finché non saranno liberi del tutto”, esultano i Si Cobas. “Esprimiamo soddisfazione per l’esito favorevole del riesame ma manteniamo inalterato il giudizio sul gravissimo operato della procura di Piacenza”, fa eco l’Usb.

I sei esponenti dei sindacati di base sono stati protagonisti in questi anni delle lotte nel mondo della logistica che hanno fatto crescere diritti e salari tra i lavoratori del settore. La procura di Piacenza, non nuova a procedimenti contro le organizzazioni conflittuali, li ha accusati di associazione a delinquere, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio.

In pratica sono finiti sotto accusa i picchetti davanti ai magazzini per impedire l’ingresso della merce, cioè il principale strumento di lotta dei sindacati di base, e i “troppi” scioperi convocati per migliorare le condizioni dei lavoratori. Per questo subito dopo gli arresti le due organizzazioni avevano denunciato: “Siamo accusati del reato di sindacato”.