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di Paolo Rapeanu

castedduonline.it, 17 aprile 2024

Il reportage choc nel più grande carcere sardo, tra malati psichiatrici e tossicodipendenti. “Sono troppi e non dovrebbero stare nelle celle”, attacca la garante Irene Testa, “ho parlato con 3 ragazzi salvati dal suicidio, non possono restare rinchiusi”. “I malati psichiatrici e i tossicodipendenti sono troppi e non dovrebbero stare in carcere ma in strutture alternative che in Sardegna non ci sono. Nella mia periodica visita nel carcere di Uta nei giorni scorsi ho trovato l’inferno: un detenuto urinava in cella e beveva la sua stessa urina, riempiva le pareti di escrementi, si affettava le braccia. Un altro ancora viene tenuto in isolamento da mesi, ma è stato sottoposto a Tso, vista la sua condizione di disagio psichiatrico. Addirittura in alcune sezioni si fa fatica ad entrare per via dello stato di agitazione di alcuni detenuti. Persone malate che come più volte ho denunciato non dovrebbero stare lì”. Queste le dichiarazioni di Irene Testa, garante regionale delle persone private della libertà della Sardegna.

“È chiaro che ogni giorno assistiamo alle denunce della polizia penitenziaria che si ritrova a spegnere incendi a salvare vite dai numerosissimi tentativi di suicidio. Lo scorso anno, solo a Uta, sono stati 46, per un totale di 96 in tutta l’isola. Ho parlato con tre ragazzi che sono stati salvati in extremis, tutti avevano un passato di tossicodipendenza alle spalle, ragazzi fragili che non possono essere trattati all’interno di una cella chiusa. Ragazzi incompatibili col regime carcerario”. Per queste ragioni domani, giovedì 18 aprile, insieme ad altri garanti, alla Camera penale, all’associazione socialismo diritti e riforme, a Don Ettore Cannavera, Testa dalle 11 parteciperà a un flash mob davanti al tribunale. “Sono necessarie misure straordinarie per fermare questo stillicidio di vite umane. Dobbiamo garantire la dignità e i diritti fondamentali”.