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di Giuseppe Salvaggiulo

La Stampa, 1 novembre 2022

Un pessimo esordio: dagli entusiasmi liberali siamo rapidamente passati alla delusione populista”, dice Gian Domenico Caiazza, avvocato e presidente dell’Unione Camere Penali.

Come valutate l’intervento sull’ergastolo ostativo?

“Persino peggiorativo della legge dichiarata incostituzionale dalla Corte”.

Che cosa intende?

“Normalmente il legislatore va incontro alla decisione della Corte, che è giudice delle leggi. In questo caso la decisione era nel senso di cancellare la preclusione automatica alla concessione di benefici all’ergastolano che non collabora. Oggi il governo elimina l’automatismo, ma introduce una tale serie di condizioni, alcune diaboliche altre addirittura impossibili, da vanificare l’accesso effettivo a quei benefici”.

Quali condizioni?

“Chiedere a un detenuto da 25 anni al carcere duro del 41 bis di dare prova di non avere più rapporti con l’organizzazione criminale. O cancellare la concedibilità del beneficio penitenziario in caso di collaborazione con la giustizia oggettivamente impossibile”.

La lotta alla mafia non giustifica queste cautele rispetto ai detenuti comuni?

“Stiamo attenti alla truffa delle etichette, nascosta dietro un’evocazione retorica di nomi come quello di Borsellino. Queste norme non valgono solo per i reati di mafia, ma per tutti i reati ostativi che sono molto più ampi. È una questione generale”. Siete delusi? “Si era capito da un anno e mezzo che l’ordinanza della Corte era mal digerita da M5S, Lega e Fratelli d’Italia. Pd e Forza Italia si sono accodati. Assistiamo, in modo strisciante e subdolo a dispetto del dichiarato ossequio, a una resistenza del legislatore al giudice delle leggi”.

Il decreto riproduce un testo approvato dalla Camera a larghissima maggioranza…

“Con alcuni peggioramenti. Lo stesso viceministro Sisto lo ha riconosciuto. Se lanciamo un allarme è perché questo segnale populista non è isolato, ma coerente con l’altro sui rave party”. Perché populista? “Non è che ogni volta che accade un fatto di cronaca si crea un reato nuovo! Non si riesce a immaginare altro che un reato nuovo, aggiungendo un bis, un tris eccetera a un articolo del codice penale? C’è un’idea populista della giustizia penale. Il M5S dovrebbe rivendicare il copyright con Meloni”.

Che altro si poteva fare?

“Ci sono altre misure ragionevoli, di tipo amministrativo, per dare una risposta giustamente ferma. Invece si crea un nuovo reato, e per di più lo si inserisce nell’ormai ipertrofico catalogo di quelli più gravi, che consentono misure di prevenzione. Cosa si confisca? Altoparlanti? Roulotte? Se la cosa non fosse seria, ci sarebbe da ridere”.

Si può introdurre un reato con un decreto legge?

“Ormai con i decreti si fa di tutto. Dove sono i presupposti di straordinaria necessità e urgenza? C’è un’emergenza rave party? Quanti ce ne sono in Italia ogni anno?”.

Ha ascoltato la premier?

“C’è stata da parte sua una rivendicazione politica. Sconforta l’uso della giustizia a fini di comunicazione. Avrebbe potuto motivare con la scadenza tecnica, invece ha piantato la bandiera”.

Il garantista Nordio è imbavagliato dai forcaioli?

“La scelta di Nordio resta eccellente: è un liberale non imbavagliabile. Speriamo che ciò significhi provvedimenti liberali e non populisti come quelli di oggi”.