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di Riccardo Tripepi

Il Dubbio, 6 aprile 2024

La lettera del presidente del Consiglio regionale e del Garante a Nordio e al Capo del Dap. L’emergenza carceri continua ad aggravarsi nell’indifferenza generale e i dati sui suicidi sono fortemente allarmanti: 28 detenuti (a cui va aggiunto il ragazzo che si è tolto la vita nel Cpr di Ponte Galeria all’inizio dell’anno) e 3 guardie penitenziarie. Nel corso dell’iniziativa “Articolo 27. I diritti in carcere” organizzata dalla Cgil è stato tracciato un quadro complessivo che descrive un tasso di sovraffollamento medio pari al 119%.

Questi i numeri forniti dal sindacato: 189 istituti penitenziari in cui, a fronte di 51mila posti regolamentari, sono presenti 61mila persone, in forte crescita soprattutto nell’ultimo anno. “Sin dal suo insediamento - sostiene la segretaria confederale Daniela Barbaresi - il governo Meloni ha intrapreso la strada dell’aumento delle fattispecie di reato e dell’inasprimento delle pene: un paradigma repressivo e regressivo, che ci riporta all’idea arcaica di pene come vendette. Occorre intervenire rapidamente per perseguire concretamente la finalità rieducativa e di recupero che la pena deve avere, nel rispetto della dignità umana e dei valori costituzionali”.

Per la dirigente sindacale “vanno garantite, con un investimento sul personale e su tutte le figure professionali necessarie, le attività fondamentali a promuovere il reinserimento sociale, a partire dalle attività lavorative, formative e di istruzione, oltre a garantire il fondamentale diritto alla salute”.

Le criticità del sistema sono state poi al centro della lettera, firmata dal presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, e dal Garante regionale dei diritti delle persone detenute, Luca Muglia, e inviata al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo.

Nella lettera si richiede un intervento tempestivo sulla condizione dei 12 istituti penitenziari calabresi, dove ormai il sovraffollamento registra un progressivo e costante aumento, con valori elevati nella Casa circondariale di Reggio Calabria Arghillà (+ 98), Cosenza (+ 57), Crotone (+ 44) e la Casa di reclusione di Rossano (+ 52). “In alcuni istituti - scrivono Mancuso e Muglia sono presenti camere detentive (dotate di letti a castello) che ospitano fino a 6/ 8 persone detenute”. Per non parlare delle “condizioni strutturali di alcuni istituti, datati nel tempo e privi di manutenzione, sull’inadeguatezza di molte camere detentive (con schermature di pannelli opachi in plexiglass alle finestre o, addirittura, prive di docce) e sull’insufficienza delle aree adibite alla socialità, ai passeggi ed ai colloqui”.

A destare pari preoccupazione sono poi le carenze di organico che non consentono un’adeguata gestione del sistema. “Il deficit del personale di Polizia penitenziaria scrivono Mancuso e Muglia raggiunge in alcuni casi livelli allarmanti (- 100 Catanzaro; - 70 Vibo Valentia; - 42 Rossano; - 37 Palmi; - 36 Reggio C. Arghillà). L’assenza di un numero adeguato di Polizia penitenziaria genera effetti a catena che recano danno all’intero sistema, oltre a causare problemi di sicurezza ed a richiedere sforzi sovrumani del personale in servizio”.

E poi i dati che più degli altri dovrebbero spingere ad una seria riflessione e a adottare immediati provvedimenti. Il Presidente dell’Assemblea legislativa e il Garante regionale segnalano che “nel corso del 2023 in Calabria si sono verificati 150 tentativi di suicidi e 4 suicidi. Nel 2024 c’è già stato un nuovo decesso per suicidio. Ma v’è di più! Dal 1 gennaio 2024 al 20 marzo 2024 (in soli due mesi e mezzo) si sono registrati in Calabria 2.219 eventi critici, 26 tentativi di suicidio, 110 atti di autolesionismo e 25 aggressioni ai danni della Polizia penitenziaria. Sono dati - scrivono - davvero inquietanti”.