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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 16 dicembre 2023

Luci e ombre delineano il panorama del sistema penitenziario calabrese, con particolare attenzione al complesso sistema sanitario che coinvolge gli istituti penitenziari. L’avvocato Luca Muglia, Garante della Regione Calabria per le persone private della libertà, ha recentemente presentato la relazione annuale che analizza dettagliatamente vari aspetti dell’attività svolta nel contesto carcerario e oltre, nel territorio calabrese.

Il sistema penitenziario calabrese evidenzia aspetti critici, in gran parte in linea con quelli rilevati in altre regioni, ma con peculiari sfaccettature. Tra le criticità più rilevanti spiccano il progressivo sovraffollamento in nove istituti su dodici, con situazioni particolarmente gravi in strutture come Arghillà, Cosenza e Rossano. Le condizioni strutturali datate o carenti di manutenzione, la carenza di personale, soprattutto nella polizia penitenziaria, nei funzionari giuridico- pedagogici e nei mediatori linguistico- culturali, rappresentano altrettanti nodi problematici. La sanità penitenziaria mostra miglioramenti, ma alcune carenze persistono, specialmente per i detenuti con patologie psichiatriche.

Il deficit di personale della polizia penitenziaria coinvolge tutti e dodici gli istituti calabresi, con livelli preoccupanti in alcune sedi. Questa carenza genera effetti a catena, mettendo a rischio la sicurezza complessiva e richiedendo sforzi sovrumani da parte del personale in servizio. La mancanza di funzionari con competenze giuridico- pedagogiche impatta sul trattamento e la rieducazione dei detenuti, oltre a compromettere l’accesso a misure alternative. L’analisi degli eventi critici all’interno delle carceri calabresi offre una panoramica dettagliata di decessi, suicidi, atti di autolesionismo, manifestazioni di protesta, aggressioni e altro ancora. Questi eventi evidenziano le forme di vulnerabilità delle persone detenute e la complessa natura dei conflitti che si sviluppano negli istituti penitenziari.

Criticità sanitarie dietro le sbarre - La relazione del Garante regionale, compilata a seguito delle prime visite istituzionali a partire dal novembre 2022, offre uno sguardo dettagliato sullo stato critico della sanità penitenziaria nella regione. Le gravi carenze sanitarie riscontrate durante le visite hanno portato l’avvocato Muglia a instaurare un dialogo serrato con il Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria e i direttori degli istituti. La richiesta di un’analisi dettagliata delle disfunzioni sanitarie ha portato alla successiva ricezione dei dati elaborati dai direttori, mettendo in evidenza una situazione estremamente critica a livello sanitario. Dalle informazioni fornite emerge una serie di criticità comuni a diversi istituti penitenziari. Le principali problematiche riguardano la carenza di personale medico, infermieristico e specialistico, impedendo spesso la tempestiva erogazione delle prestazioni mediche. La mancanza di tamponi rapidi Covid e di farmaci ha ulteriormente aggravato la situazione, con il ricorso frequente a prestazioni esterne, generando ritardi e difficoltà logistiche.

L’attenzione si è concentrata sugli istituti penitenziari di Catanzaro e Reggio Calabria, dove la carenza di personale ha reso insostenibile la situazione, specialmente nei reparti dedicati ai detenuti con patologie psichiatriche. La mancanza di locali adeguati e personale idoneo ha compromesso gravemente l’erogazione di servizi essenziali. Dopo l’interlocuzione con il Dipartimento regionale, sono stati intrapresi diversi interventi mirati a migliorare la situazione. Tuttavia, nonostante alcuni miglioramenti registrati nel tempo, molte criticità sono perdurate, richiedendo ulteriori sforzi per garantire standard sanitari accettabili. La relazione del Garante regionale dettaglia diverse segnalazioni successive, includendo criticità nell’area sanitaria di istituti penitenziari nella provincia di Cosenza, insufficienza nell’assistenza psichiatrica, carenza di personale e servizi in vari istituti. Il Garante regionale ha sollecitato interventi immediati per affrontare queste problematiche, garantendo il diritto alla salute dei detenuti.

Le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza - Il capitolo della relazione dedicato alla sanità pone una lente di ingrandimento sulle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), concentrandosi sulle esperienze di Santa Sofia d’Epiro e Girifalco. L’analisi rivela un quadro complesso, caratterizzato da buone prassi terapeutiche ma anche da significative criticità legate a limiti strutturali, logistici e di sicurezza. Santa Sofia d’Epiro emerge come un’esperienza positiva, nonostante le limitazioni strutturali. La residenza ha dimostrato nel tempo la validità delle sue prassi terapeutiche, attualmente ospitando 19 pazienti. Tuttavia, le sfide strutturali possono rappresentare un freno alla piena realizzazione del suo potenziale, evidenziando la necessità di investimenti e miglioramenti infrastrutturali. Girifalco, aperta alla fine del 2022, è identificata come una residenza di eccellenza nel panorama nazionale. Tuttavia, ha incontrato difficoltà legate a ragioni logistiche e di sicurezza, limitando la sua capienza a soli 5 pazienti. Queste sfide potrebbero derivare da fattori come la mancanza di risorse adeguate o problemi organizzativi, suggerendo la necessità di interventi mirati per sbloccare il suo pieno potenziale. La relazione sottolinea un’evidente insufficienza nella capacità di accoglienza complessiva delle Rems. Con una lista di attesa che supera i 40 soggetti, i rischi derivanti dall’assenza di tutela gravano non solo sulle persone socialmente ritenute pericolose ma anche sulle loro famiglie e sull’intera collettività. Questo sottolinea la necessità di espandere e potenziare le strutture esistenti per affrontare la crescente domanda.

Ci sono anche spiragli di luce - Nonostante le sfide, emergono aspetti positivi. Progetti educativi e trattamentali, insieme a iniziative come corsi professionalizzanti e laboratori artigianali, offrono opportunità concrete di crescita e formazione ai detenuti. L’attivazione di classi scolastiche di istruzione superiore e la proposta didattica dei Poli Universitari Penitenziari sono iniziative lodevoli. Il Garante Muglia sottolinea che lavoro, formazione, scuola e università costituiscono un terreno fertile in cui le probabilità che la persona in conflitto con la legge maturi una diversa percezione di sé sono oggettivamente più elevate. Un plauso alla Casa di reclusione “Luigi Daga” di Laureana di Borrello e alla Sezione a custodia attenuata della Casa circondariale di Paola, che comprovano come una detenzione “altra e diversa” garantisca buoni risultati sia in termini rieducativi e di inclusione sociale che di riduzione della recidiva.

I dati dell’Uiepe Calabria mostrano numeri importanti riguardo agli incarichi gestiti dagli uffici, evidenziando l’efficacia delle misure alternative alla detenzione. Tuttavia, si evidenzia la necessità di rafforzare gli organici per garantire un servizio adeguato. La relazione del Garante della Regione Calabria evidenzia sia i problemi strutturali del sistema penitenziario che i progressi compiuti. È fondamentale affrontare le criticità, potenziare il personale, in particolar modo quello volto all’opera trattamentale, migliorare le condizioni carcerarie e garantire il rispetto dei diritti dei detenuti.