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di Enzo Bubbo

calabriainforma.it, 15 ottobre 2023

La ‘ndrangheta in Calabria non si contrasta solo nelle aule dei tribunali, ma c’è una presa di coscienza della società civile sulla pericolosità del crimine organizzato. Servono esempi positivi da emulare e da indicare alle nuove generazioni: “Liberi di scegliere” ha contenuti che lasciano basiti e per questo è diventata legge. Esiti confacenti alle attese per la presentazione del progetto regionale e nazionale “Giustizia e umanità Liberi di scegliere”, promosso ieri nella città capoluogo dall’associazione culturale Biesse, acronimo di bene sociale.

L’incontro è stato promosso da Biesse bene sociale in sinergia con il Comune di Catanzaro, il consiglio regionale della Calabria e l’associazione La voce della legalità. La prolusione del confronto è toccata al presidente nazionale fondatrice Biesse Bruna Siviglia. Ha detto la promotrice della legge regionale sulla legalità: “Giustizia e umanità Liberi di scegliere è un progetto rivoluzionario che si ispira alle intuizioni del giudice siciliano Roberto Di Bella e da due mesi è una legge regionale dal respiro nazionale grazie a un concorso, a borse di studio. La Calabria è avanti in fatto di legislazione antimafia e di questo ringrazio il Consiglio regionale e in modo particolare il presidente Filippo Mancuso”.

Tra gli oratori anche il primo cittadino Nicola Fiorita che ha lodato l’operato dell’associazione catanzarese Una voce per la legalità in quanto “fucina di idee” e ha ammonito gli astanti “a mantenere alta l’attenzione dopo i tre episodi di illegalità verificatisi negli ultimi giorni a Catanzaro”.

L’assessore regionale Filippo Pietropaolo ha disquisito “sugli edificanti obiettivi della legge regionale, iniziativa che avrà ricadute importantissime di cui non si ha ancora consapevolezza”, assicurando sostegno della Giunta regionale che dispone ora anche una delega su legalità. Ha proferito parola anche il presidente dell’Ordine degli avvocati Vincenzo Agosto che ha argomentato sull’assunto “illegalità uguale schiavitù”. Se Liberi di scegliere è legge regionale un ruolo decisivo l’ha avuto il presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso che, argomentando sulla misura regionale in tema di legalità come patrimonio da custodire, ha asserito “che la mafia fa schifo e bisogna starsene lontani”, chiedendo alla politica “di dare il buon esempio”. Il responsabile della presidenza di Palazzo Campanella ha invitato i giovani “a studiare con assiduità per costruire insieme una società migliore.”

Se l’incontro ha avuto un ottimo riscontro, il merito va ascritto all’associazione La voce della legalità, rappresentata dal presidente Giulia Anna Pucci e dal vicepresidente Simone Rizzuto. La prima ha lodato il progetto Liberi di scegliere in quanto “indica un’alternativa possibile per ragazzi cresciuti in ambienti refrattari alla legalità”. L’avvocato Simone Rizzuto ha esortato invece gli studenti a decidere da che parte stare e a farlo con gesti concreti.

Non si è perso in preamboli il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci, esponente di spicco della Procura di Catanzaro. La giovane magistrata calabrese, anche autrice del libro “La ragazza che voleva sconfiggere la ‘ndrangheta”, ha esortato “i ragazzi ad essere promotori del cambiamento, stigmatizzando la rassegnazione e l’immobilismo”. Per Annamaria Frustaci ci sono “tanti scenari di riflessione nel progetto Giustizia e umanità Liberi di scegliere perché contempla un’esistenza diversa in contesti diseducativi fuorvianti tramite un’eredità rinunciata”.

Non poteva mancare il contributo del giudice del Tribunale dei minorenni di Catania, è l’ispiratore della prima legge regionale in Italia in fatto di contrasto alle mafie. Roberto Di Bella e la Calabria: c’è affinità elettiva. Il magistrato siciliano ha chiamato in causa le scuole calabresi: “Ora che c’è una legge regionale, tocca alle scuole alimentare un percorso di sensibilizzazione per portare nuove speranze in una terra bellissima e drammatica. La Calabria ha tutto per sconfiggere il virus della ‘ndrangheta perché abitata da persone che hanno umanità, passione e professionalità. La ‘ndrangheta controlla traffico di cocaina in Europa e ha legami in tutti i continenti. Con un approccio non solo penale, ma anche civile, non solo giudiziario, ma anche culturale, possiamo recuperare tanti giovani da un destino già scritto. La ndrangheta non si sceglie, si eredità: l’ho constatato in tante famiglie calabresi dove l’indottrinamento mafioso passa dai nonni ai nipoti passando per i figli”.

Dopo l’intervento degli oratori, alcuni studenti della scuola secondaria di primo grado hanno fatto domande ai relatori, mentre altri discenti della scuola secondaria di secondo grado hanno cantato e suonato, omaggiando il coraggio della testimone di giustizia Lea Garofalo. Tra gli astanti anche ragazzi in messa alla prova della Comunità ministeriale di Catanzaro: non è mai troppo tardi per intraprendere la strada maestra della giustizia.