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livesicilia.it, 27 giugno 2024

Tragedia nel carcere Malaspina di Caltanissetta dove un detenuto nisseno di 38 anni si è tolto la vita. Il giovane era considerato un detenuto modello e non aveva mai dato alcun problema. Stava facendo un percorso di riabilitazione in carcere e lavorava in cucina. Un gesto dunque totalmente inaspettato e del quale non si conoscono le motivazioni. Sul posto il pm di turno. La procura ha aperto un fascicolo per fare luce sul gesto del detenuto. Una ventina di parenti del giovane, venuti a conoscenza della notizia, si sono recati davanti al carcere.

I dati preoccupanti - Da inizio anno, le carceri italiane hanno registrato la morte di oltre cento detenuti, 46 dei quali per suicidio, segnando una media di un decesso ogni quattro giorni. Prima di Caltanissetta, l’ultimo caso aveva visto protagonista un giovane di 29 anni nel penitenziario di Genova, deceduto dopo aver inalato il gas di un fornello. Le autorità indagano sulla possibilità che il gesto fosse un tentativo di procurarsi effetti allucinogeni, poiché episodi simili sono in crescita e sono spesso correlati al sovraffollamento carcerario e alle difficoltà psichiche dei detenuti.

Il decreto svuota-carceri - Il provvedimento è atteso per il mese di luglio. Il ministro Nordio ha dichiarato che “c’è ancora bisogno di tempo per metterlo a punto, ma è in arrivo prestissimo”. Nonostante il ritardo, il Guardasigilli ha assicurato che nel decreto sarà presente anche una norma che disciplina il procedimento sui benefici penitenziari ai detenuti che dimostrano buona condotta, senza introdurre sconti di pena. L’obiettivo è quello di alleviare il carico ai tribunali di sorveglianza, oberati da 200mila richieste annue, e garantire i diritti già sanciti dalla legge.

I provvedimenti - Attualmente, le prigioni italiane ospitano oltre 61mila persone, ben al di sopra della loro capacità, con un eccesso stimato in 13.500 detenuti. In risposta al crescente numero di suicidi, il ministero sta lavorando anche per istituire un albo per le comunità del terzo settore, permettendo ai detenuti con i requisiti ma senza una dimora, di scontare la pena in regime di detenzione domiciliare o affidamento in prova, con obbligo di lavoro. Si prevede che questo possa applicarsi a chi ha una pena residua inferiore ai due anni.

Inoltre, si valuta un incremento delle telefonate concesse ai detenuti, da quattro a sei al mese, e sono in esame proposte legislative per una gestione più rapida delle ordinanze di custodia cautelare, con l’obiettivo di ridurre il numero dei detenuti. Si contempla anche un piano per trasferire detenuti stranieri verso istituti nel loro Paese di origine, parte del più ampio piano Mattei, ancora in fase preliminare.

“Politica miope davanti alle proposte del Garante regionale dei detenuti”

“L’ennesimo suicidio di stamani presso il carcere di Caltanissetta, sommato alle parole del garante regionale dei diritti dei detenuti, già capo del DAP, Santi Consolo, riportate in una intervista a LiveSicilia, mi lasciano sgomento”, dichiara Totò Cuffaro, segretario nazionale della DC. “Il sovraffollamento carcerario unito a tutte le difficoltà con cui detenuti si confrontano quotidianamente, dall’assistenza sanitaria alla mancanza d’acqua, non possono che essere definiti trattamenti indegni, trattamenti che lo Stato riserva non solo ai nostri cittadini detenuti nelle carceri siciliane ma anche agli agenti di polizia penitenziaria.

La politica però sembra essere miope davanti alle tante proposte avanzate non soltanto dal Garante regionale, pare quasi prediligere un trattamento squisitamente punitivo e incostituzionale riservato ai detenuti, sembra quasi che abbia dimenticato il senso rieducativo del carcere ed insieme ad esso gli art. 3 e 27 della costituzione italiana. Allora serve un po’ di umanità insieme a lucidità politica, assente oramai da troppo tempo riguardo alle condizioni delle carceri.

‘Dove dimora il dolore il suolo è sacro’ scriveva nella sua opera “La ballata del carcere di Rending” Oscar Wilde che in quel carcere fu a lungo recluso. Il mio appello alla politica è torniamo ad occuparci delle cose che contano. I partiti devono inneggiare alla vita, non far accomodare la morte, come accade negli istituti penitenziari, luoghi di tortura, dolore e decessi. La vita ha un valore che per noi democristiani è identico per tutti, anche per coloro i quali seppur rei consapevoli, vivono nella speranza di poter vivere un domani migliore.

Sento di ringraziare la Presidente di Nessuno Tocchi Caino, Rita Bernardini la quale ha annunciato la sospensione dello sciopero della sete e della fame a seguito della decisione della conferenza dei capigruppo di calendarizzare per il 17 luglio il voto in aula a Montecitorio della proposta di legge di Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata”, conclude Cuffaro.