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di Mario Di Vito

Il Manifesto, 29 settembre 2023

Verso la nuova riforma. C’è l’accordo in maggioranza - con il non imprevedibile sostegno di Italia Viva e Azione - sulla riforma delle intercettazioni. La Commissione giustizia della Camera ha votato come testo base la proposta di Pietro Pittalis di Forza Italia, che, come detto sia dallo stesso autore sia dal relatore di maggioranza Andrea Pellicini (FdI), porterebbe a un ritorno alla ex Cirielli. In buona sostanza il tempo di estinzione dei reati correrebbe in tutti i gradi di giudizio, cancellando l’improcedibilità della riforma Cartabia, il blocco dopo la sentenza di primo grado della riforma Bonafede e impedendo la dichiarazione della prescrizione in fase di impugnazione come previsto dalla riforma Orlado. Si tratta, ad ogni buon conto, di un testo base che potrà essere soggetto a modifiche ed emendamenti prima di finire in aula, il 27 ottobre.

Fonti interne alla maggioranza, a questo proposito, si dimostrano molto prudenti nelle loro previsioni: “Si parte da qui per superare la riforma Bonafede e quella Cartabia, giungendo, attraverso una fase emendativa condivisa, a una legge che non sarà né un ritorno alla riforma Orlando né alla ex Cirielli. L’impegno del centrodestra è quello di trovare, tramite gli emendamenti in commissione, una formula che difenda la giusta durata dei processi come prevede la Costituzione”. A giocare un ruolo fondamentale nella partita giocata in commissione è stato il deputato di Azione Enrico Costa, che sarà anche relatore del provvedimento. Anche lui, insieme a Pittalis e a Maschio (FdI) aveva presentato una proposta, ma alla fine ha deciso di convergere su quella di Forza Italia. “Come relatore delle proposte di legge sulla prescrizione - ha detto Costa - ho proposto alla commissione Giustizia della Camera il testo base presentato dal collega Pittalis che prevede il ritorno alla disciplina sostanziale della Cirielli, abrogando altresì l’improcedibilità in Appello e Cassazione”.

Fortemente critiche le opposizioni. “Continuare a ritoccare il regime della prescrizione provoca caos e il caos è l’antitesi del garantismo sventolato da Nordio”, ha commentato Devis Dori di Avs, mentre dal Pd Debora Serracchiani ci va giù in maniera ancora più dura: “Sulla prescrizione finalmente la destra ha fatto chiarezza: non siamo di fronte al ritorno della legge Orlando, ma al ripristino della Cirielli. E senza neppure aver valutato l’impatto della riforma Cartabia. Non c’è nessun interesse a ridurre la durata dei processi ma anzi il contrario. Ancora una volta si torna indietro sulle riforme della giustizia che ci hanno consentito di avere le risorse del Pnrr, che così mettiamo a rischio”. Il M5s pure annuncia battaglia e grida allo scandalo: “Da mesi smantellano pezzetto dopo pezzetto le nostre riforme che contrastano seriamente la corruzione”.

C’è del vero: qualsiasi forma prenderà questa riforma delle intercettazioni, l’unica cosa certa è che la riforma Bonafede verrà spazzata via.