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Il Dubbio, 17 gennaio 2024

Il carcere di Poggioreale è stato recentemente scosso da un tragico evento: un detenuto di 40 anni ha deciso di togliersi la vita, nonostante fosse stato sotto osservazione per rischio suicidario per oltre un anno. Il Garante regionale Samuele Ciambriello ha commentato l’accaduto, evidenziando la complessità delle questioni che circondano la salute mentale di coloro che si trovano dietro le sbarre.

Ha sottolineato il ruolo cruciale del Dipartimento di Salute Mentale nel fornire cure a detenuti con problemi psichici. Tuttavia, ha evidenziato la necessità di una presenza più ampia di figure professionali specializzate, come psicologi, infermieri, assistenti sociali e educatori, all’interno delle carceri. Propone la creazione di un’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Salute Mentale, parallela a quelle presenti al di fuori delle strutture carcerarie.

Il Garante ha sottolineato la mancanza di attività trattamentali interne, il limitato contatto con il mondo esterno e la carenza di personale specializzato come possibili fattori che contribuiscono a incidenti di autolesionismo e tentativi di suicidio. Per Ciambriello, i suicidi in carcere non sono solo il risultato di problematiche individuali, ma sono profondamente radicati in un clima culturale che considera il carcere come un luogo separato e dimenticato dalla società.

Egli invita a una riflessione più ampia sulla percezione del carcere nella politica e nella società civile, suggerendo che il cambiamento sia essenziale per prevenire futuri episodi tragici. La sua chiamata all’azione si basa sulla consapevolezza che la cura della salute mentale in carcere richiede un approccio completo, con personale specializzato, attività trattamentali e un rafforzamento dei legami con il mondo esterno.