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di Fabrizio Geremicca

Corriere del Mezzogiorno, 10 marzo 2023

Cirigliano: “È competenza della Regione”. L’assessore Filippelli: “Nessuno mi avverte”. “La formazione professionale manca negli istituti penitenziari minorili della Campania. Siamo senza da due anni”. È l’amara denuncia di Mariangela Cirigliano, la coordinatrice dell’area tecnica del Centro di Giustizia minorile dei Colli Aminei, a Napoli, pronunciata nella sala Caduti di Nassiriya del consiglio regionale durante la conferenza stampa di presentazione del protocollo d’intesa tra il Garante dei detenuti, Samuele Ciambriello, ed il dirigente del Centro di Giustizia minorile e di comunità della Campania, Giuseppe Centomani. “La formazione professionale - ha precisato Cirigliano - è di competenza della Regione. Il nostro dipartimento prepara i progetti, ma la certificazione delle competenze spendibili ed il rilascio delle qualifiche spettano alla Regione”.

L’accusa - I detenuti in Campania sono 82, di cui 45 ad Airola e 37 a Nisida. La mancanza di corsi è particolarmente grave - ha aggiunto - “perché i ragazzi acquistano fiducia quando li facciamo lavorare, quando diamo loro opportunità lavorative dove sperimentarsi. Dove ci sono attività lavorative ed una formazione professionale seria, e la certificazione di competenze, i ragazzi rispondono. Ce la fanno”. Lo sfogo è stato ripreso da Ciambriello: “L’ultimo piano della formazione per adulti e minori detenuti è stato fatto tre anni fa ed è stato cofinanziato da Unione Europea e Regione. Il programma dovrebbe essere annuale, ma ogni cinque anni si fa per un anno. Andiamo al risparmio. Attualmente qualche singolo corso si sta tenendo a Nisida”. Interventi, quelli di Cirigliano e Ciambriello, che hanno chiamato indirettamente in causa Armida Filippelli, ex dirigente scolastico, la quale nella giunta regionale ha la delega alla Formazione professionale, compresa quella destinata ai detenuti.

La replica - “Stanno partendo i nuovi bandi - ha replicato - ma non è corretto dire che attualmente nei penitenziari non si stia svolgendo neanche un corso di formazione regionale. Si stanno esaurendo quelli del vecchio ciclo. Io, peraltro, sono a disposizione di chiunque mi segnali particolari esigenze. Se da un istituto penitenziario mi dicono che c’è necessità di un determinato corso, perché i ragazzi detenuti lo hanno chiesto, si può rispondere a quella esigenza. È necessario, però, che ci comunichino necessità e periodi di permanenza dei potenziali fruitori. Noi ci siamo e non solo per i detenuti. Sono stati analizzati i profili di 110.000 potenziali corsisti percettori del Reddito di cittadinanza, in previsione della formazione ad essi destinata che sta per partire”. Non si è parlato solo della formazione professionale per i minori entrati nel circuito penale, peraltro, durante la conferenza stampa. “Ci sono dati - ha detto Ciambriello - certamente sconcertanti e preoccupanti. Uno di essi è che al 15 dicembre 2022 su 14.221 giovani in Italia in carico al servizio sociale minorile, i campani erano quasi la metà: 6.400”. Sono stati 3792 i reati contestati nel 2022 ai detenuti minorenni in Campania. “La stragrande maggioranza (57,8%) - ha precisato il garante - sono stati reati contro il patrimonio: rapine (530), furti (394), ricettazione (196), estorsioni (117)”.

I numeri - A seguire, i reati contro la persona e la produzione e lo spaccio di stupefacenti. “L’aspetto, però, più sconcertante - ha sottolineato Ciambriello - è che 27 adolescenti sono stati accusati di omicidio volontario e che 80 ragazzi sono stati accusati di tentato omicidio”. Una questione particolare è quella dei minorenni stranieri detenuti. A Nisida, per esempio, sono la metà. “Manca - ha denunciato il garante - un adeguato numero di mediatori linguistici e culturali per avvicinare questi ragazzi”.

Il protocollo d’intesa che è stato firmato ieri da Ciambriello e Centomani prevede, tra l’altro, iniziative comuni di sensibilizzazione rivolte agli organismi regionali e comunali in materia di diritto alla salute, diritto allo studio ed alla formazione, preparazione alla dimissione e sostegno della misura alternativa alla detenzione. “L’attività di collaborazione con il garante - ha commentato Centomani - servirà a monitorare la qualità dei servizi offerti e ad individuare le migliori pratiche per dare a questi ragazzi una seconda opportunità”.