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di Andrea Aversa

L’Unità, 15 dicembre 2023

Non si contano più le battiture nelle carceri di Fuorni (a Salerno) e di Carinola (in provincia di Caserta). I detenuti di entrambi i penitenziari da giorni protestano per la mancanza di acqua calda e riscaldamento nell’intera struttura carceraria. Tazze contro le sbarre delle celle, porta di metallo esterna contro il muro. È il modo utilizzato dai reclusi per manifestare il loro dissenso nei confronti di una situazione disumana e degradante. D’estate, i detenuti sono vittima del caldo asfissiante, d’inverno del freddo. La maggior parte dei penitenziari italiani non sono adeguati nel garantire la giusta vivibilità in nessun periodo dell’anno.

Tante le segnalazioni pervenute alla nostra redazione. Moltissime le voci dei parenti dei detenuti raccolte dai volontari dell’associazione Sbarre di Zucchero. E se a Carinola l’emergenza è scoppiata da circa una settimana nel carcere di Fuorni a Salerno, il disagio andrebbe avanti addirittura da oltre tre mesi. “Oltre il problema del sovraffollamento, alcuni detenuti sarebbero a regime chiuso nel padiglione femminile perché pare non ci siano posti disponibili. Quasi inesistenti le attività educatrici, non parliamo proprio della situazione sanitaria. Un detenuto sarebbe svenuto e sarebbe stato portato per tre piani in braccio, perché l’ascensore non funzionava. In questo carcere sono rinchiuse dalle 6 alle 7 persone in celle buone per 4”, questa è stata una delle segnalazioni.

Secondo quanto appreso da l’Unità, i detenuti sarebbero costretti a riscaldare l’acqua, versandola nelle pentole e mettendo queste ultime sui fornelli disponibili. Poi, per lavarsi, la verserebbero nei secchi. È in questo modo che un essere umano, in Italia nel 2023, fa la doccia in un penitenziario. Per concludere, giusto qualche numero: a Fuorni, rispetto ai 395 detenuti previsti, ce ne sono 510 (115 detenuti in più). Per quanto riguarda gli agenti della Polizia Penitenziaria, dovrebbero essercene 243, ce ne sono 224 (fonte, Ministero della Giustizia). Tuttavia, grazie all’intervento del Garante per i diritti dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello, sarebbero stati finanziati dei lavori per cercare di rimediare al danno.