sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Fabrizio Geremicca

Corriere del Mezzogiorno, 25 ottobre 2022

I dati del Garante dei detenuti da gennaio a giugno. Dalla realtà alla fiction “Mare fuori” è una serie televisiva trasmessa in prima serata su Rai 2 dal 23 settembre 2020. Racconta le storie di un gruppo di ragazzi rinchiusi nell’Istituto di pena minorile di Napoli, liberamente ispirato al carcere di Nisida.

Sei adolescenti accusati di omicidio volontario, 77 di tentato omicidio, 4 di omicidio stradale, 47 di violenza sessuale, 206 di produzione, spaccio e traffico di stupefacenti, 44 di atti persecutori e stalking, 82 di rissa. Il tutto su una popolazione tra 12 e 17 anni che nella regione conta circa 370.000 ragazze e ragazzi. Sono dati allarmanti quelli che ha fornito ieri, nella relazione sul semestre gennaio-giugno 2022, Samuele Ciambriello, che è il garante dei detenuti della Campania.

“La questione minorile più che altrove - ha detto - desta allarme sociale, al punto da costituire una potenziale minaccia di ordine nazionale”. Il tema non è tanto quello di inasprire le pene o di anticipare l’età della punibilità, secondo Ciambriello, ma la debolezza delle politiche di prevenzione, quelle che dovrebbero scattare in presenza di segnali allarmanti, in primis l’abbandono scolastico. “Non è certo fisiologico - ha accusato il garante - che il primo contatto dinanzi al quale si trova un minore dell’area napoletana è personificato dalla figura non del maestro, ma del giudice minorile o del rappresentante delle forze dell’ordine. Il tema dell’evasione scolastica è da sempre presente nell’agenda politica, ma non è stato mai radicalmente risolto”.

Quali i possibili interventi? “Bisognerebbe lanciare una campagna a tappeto per sensibilizzare non solo le famiglie, spesso sorde, ma l’intero ambiente che dovrebbe operare a sostegno delle autorità scolastiche per stigmatizzare a fondo il malcostume, segnalare gli evasori ed i relativi nuclei familiari”. Non accade e, complice la scarsità di opportunità lavorative, ha detto Ciambriello, “oggi un ragazzo, un giovane, un adolescente che cresca in aree disagiate può obiettivamente contare su scarse o nulle possibilità di ribaltare quello che sembra essere il suo destino esistenziale”. Non sono solo gli adolescenti, peraltro, che talvolta finiscono in carcere in Campania. Ci sono pure i bambini, i figli piccoli delle detenute. “A settembre 2022 - informa il rapporto firmato dal garante e presentato ieri alla stampa - erano presenti nel penitenziario dei Lauro 12 madri: 7 italiane e 5 straniere, con 13 figli al seguito. Tra questi sette bimbi italiani e sei stranieri. “Alcune di queste donne - ha raccontato Ciambriello - mi hanno confessato di preferire addirittura il rimanere in carcere perché questa condizione assicura loro un minimo di lavoro nel penitenziario e servizi per i bambini: l’asilo ed il pulmino che li accompagna. Pare incredibile. Sono storie che raccontano bene la condizione di tante persone che affollano le carceri”.

A giugno 2022 la Campania registrava 6.853 presenze nei suoi penitenziari, a fronte di 6.747 dell’anno precedente. Per tasso di affollamento, risulta essere seconda solo alla Lombardia. Un detenuto su quattro in Campania (1.356 persone) è tossicodipendente ed uno su tre si trova in carcere per reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Oltre il 60% della popolazione detenuta, inoltre, assume psicofarmaci, in particolare benzodiazepine ed ansiolitici. I detenuti stranieri sono il 12,9% della popolazione ristretta nei penitenziari della regione.

“Un dato stabile - ha ricordato Ciambriello - e tra i più bassi in Italia. Siamo in linea con la Basilicata e con la Puglia”. Circa il 30% dei detenuti in Campania è in attesa di giudizio, mentre il 63% del totale ha almeno una condanna in primo grado. Poco più di un detenuto su tre (il 35%) ha da scontare un residuo di pena inferiore ai tre anni. Quanto all’età, la fascia più rappresentata è quella tra i 50 ed i 59 anni. Quarantasei detenuti sono molto giovani (tra i 18 ed i 20 anni). Quasi un centinaio gli ultra settantenni ed a Poggioreale c’è pure un novantunenne.