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di Chiara Sgreccia

L’Espresso, 27 agosto 2023

“Chi viene trovato in possesso di una dose inferiore a 2,5 grammi non è un criminale ma una persona che ha bisogno di aiuto”. Così il governo locale punta a ridurre i morti per overdose.

Schiena curva, sguardo assente, passo lento. Così centinaia di persone si muovono per East Hastings, la via che taglia la parte est di Vancouver, in Canada: Zombieland. Perché ospita un numero impressionante - per chi non ci ha mai messo piede prima - di senzatetto. Per la maggior parte sono persone con problemi di tossicodipendenza che vivono ai margini della società e della strada, accampati sui marciapiedi, accasciati sul pavimento, freezati sulle panchine senza saperlo. Basta uno sguardo con Google street view per farsi un’idea. Prima c’era una tendopoli, dopo l’ultimo sgombero, rimangono i resti di un accampamento che sta per rinascere.

La situazione è la stessa da tempo: le tent city vanno e vengono, il problema della tossicodipendenza segna da decenni la British Columbia, la provincia più occidentale del Canada in cui si trova Vancouver. Già all’inizio dei Duemila il consiglio comunale della città aveva elaborato una strategia per contrastare il boom della droga, basata su prevenzione, trattamento e riduzione del danno. Nel 2016 il governo della Provincia ha dichiarato lo stato di emergenza per la sanità pubblica a causa dell’elevato consumo di sostanze stupefacenti. Da allora alla fine del 2022, sono morte per overdose più di 30 mila persone in tutto il Canada, 12 mila nella provincia più a Ovest del Paese, dove solo nel 2022 i decessi, secondo i dati di Cbc, il servizio pubblico radiotelevisivo canadese, sono stati 2.383, l’anno più mortale di sempre: oltre 6 persone al giorno hanno perso la vita.

Da gennaio 2020 a luglio 2021 i morti per overdose hanno superato quelli di Covid-19: tremila contro 1.800. La maggior parte dei decessi, l’85,8 per cento, è causata dall’abuso di Fentanyl, un oppioide sintetico molto potente, 50 volte più dell’eroina, 100 più della morfina. Sempre più spesso utilizzato anche per tagliare altre sostanze come la cocaina che, seconda in classifica, ha causato il 44,8 per cento delle morti per overdose tra il 2019 e il 2022. Poi le metanfetamine, l’alcol, altri derivati dell’oppio e le benzodiazepine.

Di solito chi abusa di droga muore dentro casa, in spazi chiusi in cui non trova l’aiuto di nessuno. Così molti preferiscono vivere all’aperto, per strada, gli uni accanto agli altri, sotto gli occhi dei passanti che attraversano noncuranti East Hastings se sono residenti, con lo sguardo esterrefatto se visitano per la prima volta Downtown Vancouver.

“Lo stigma e la paura della criminalizzazione fanno sì che alcune persone nascondano il loro uso di droghe aumentando il rischio di danni. Questo è il motivo per cui il governo del Canada tratta l’uso di sostanze come un problema di salute, non criminale”, aveva scritto su Twitter Theresa Tam, direttrice della Sanità canadese, a maggio 2022, quando il governo federale aveva concesso alla Provincia un’esenzione dal Controlled drugs and substances act, entrata in vigore a febbraio 2023: i cittadini maggiorenni fermati con meno di 2,5 grammi di droghe pesanti destinati all’uso personale - come eroina, cocaina, metanfetamina, ecstasy e Fentanyl - non sono più perseguibili penalmente. Il possesso massimo consentito di cocaina, ad esempio, è di tre volte superiore a quello stabilito dalla legge italiana (750 mg), quello di eroina è 10 volte più alto. La vendita di droghe pesanti resta illegale nella British Columbia ma chi viene trovato con quantità inferiori a 2,5 grammi non sarà arrestato e incarcerato. Gli verranno, invece, date informazioni sui programmi e sul trattamento per disintossicarsi.

Il progetto, pensato per ridurre l’emergenza, non considera chi fa uso di droghe un criminale ma come una persona che ha bisogno di aiuto. Resterà in vigore per tre anni, fino al 2026: non ci sono ancora report che divulgano i risultati della sperimentazione ma secondo le autorità locali, nonostante la questione polarizzi il dibattito politico e pubblico, la depenalizzazione delle droghe pesanti e la parallela “fornitura sicura”, cioè la strategia che punta ad allontanare le persone dall’acquisto illecito di droga offrendo versioni regolamentate, sta già salvando alcune vite. E facilitando il contatto tra tossicodipendenti e servizi sanitari e sociali.