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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 15 febbraio 2024

L’emergenza suicidi in carcere, con ben 20 detenuti, gli ultimi due un semilibero a Pisa e un recluso nel circuito ad alta sicurezza di Lecce. che hanno compiuto il gesto estremo già nel corso del secondo mese dell’anno, è un dato di fatto. Il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, prima ancora degli ultimi tre suicidi nel giro di pochi giorni, ha emanato una circolare in cui ribadisce l’importanza di mantenere alta l’attenzione da parte degli istituti penitenziari su questa problematica. Tuttavia, poiché il Dap stesso è vincolato alle regole vigenti (che necessiterebbero di riforme da parte del Parlamento), ciò non incide significatamene sulla prevenzione del fenomeno suicidario.

La circolare inizia con una considerazione sul fenomeno del suicidio, sottolineando la sua diffusione e l’urgente necessità di politiche di prevenzione multisettoriali. Si evidenzia che, sebbene il suicidio sia influenzato da molteplici fattori, la malattia psichiatrica non è l’unico elemento rilevante; pertanto, le politiche di prevenzione devono tenere conto anche di aspetti sociali, economici e relazionali. Vengono forniti dati aggiornati sul numero di suicidi sia nella popolazione generale che nei contesti penitenziari, evidenziando un tasso significativamente più elevato in quest’ultimo caso. In particolare, emerge che il tasso di suicidi nelle carceri è molto più alto, con almeno venti volte più casi rispetto alla popolazione generale.

I dati più recenti dell’Istat, disponibili fino al 2020, indicano che il tasso di suicidi nella popolazione era di circa 6,18 casi per 100.000 abitanti, mentre negli istituti penitenziari per adulti nel 2023 si sono verificati 66 suicidi su circa 60.000 detenuti, con un rapporto di 111,6 casi per 100.000 abitanti. La circolare del Dap evidenzia inoltre un confronto del tasso di suicidi nei contesti penitenziari italiani con quelli degli altri paesi europei, facendo riferimento ai rapporti annuali del progetto “Space” del Consiglio d’Europa del 2020. Dai dati emerge che, sebbene l’Italia non abbia il tasso di suicidi più alto in Europa, il fenomeno rimane comunque una problematica significativa.

Si sottolinea che, indipendentemente dalla posizione relativa dell’Italia rispetto ad altri paesi, il numero assoluto di suicidi rimane inaccettabile e contrasta con il dovere istituzionale dello Stato di garantire i diritti fondamentali delle persone private della libertà, come il diritto alla vita. Si evidenzia quindi l’importanza e l’urgenza di interventi da parte dell’Amministrazione penitenziaria per prevenire e limitare il fenomeno dei suicidi in carcere, specialmente considerando l’attuale trend preoccupante, con già 16 casi (in realtà 20 se si considera il detenuto morto a seguito dello sciopero della fame e gli ultimi tre avvenuti dopo l’emanazione di questa circolare) registrati all’inizio del 2024 e il rischio che il numero possa aumentare ulteriormente entro la fine dell’anno.

La circolare illustra le azioni messe in atto dall’Amministrazione penitenziaria, tra cui la costituzione di un Gruppo di lavoro sui suicidi e l’avvio di interlocuzioni con organizzazioni e enti esterni per ampliare la collaborazione e l’approccio multidisciplinare. Viene menzionata la valutazione dell’uso di tecnologie per la prevenzione dei suicidi, con un’interlocuzione con l’Agenzia per l’Italia digitale per esplorare le potenzialità delle soluzioni digitali nell’offrire un intervento rapido ed efficace. Si sottolinea la necessità di stanziare risorse aggiuntive per la prevenzione dei suicidi, con la richiesta di incrementare il capitolo di bilancio destinato a questo fine per garantire un adeguato livello di servizio e implementare interventi mirati.

Gli operatori penitenziari, protagonisti nel delicato contesto degli istituti di detenzione, sono riconosciuti per il loro costante impegno nella prevenzione dei casi di suicidio tra i detenuti. Tuttavia, di fronte alla gravità della situazione attuale, il Dap lancia un deciso appello affinché questo impegno venga ulteriormente rafforzato. Nel quadro della circolare si sottolinea l’importanza di non lasciarsi sedurre dalla routine, ma di compiere uno sforzo aggiuntivo per contrastare il fenomeno dei suicidi in carcere. Questa comunicazione, indirizzata ai direttori degli istituti penitenziari, mira a richiamare tutti coloro che operano in questo ambito a essere particolarmente vigili e sensibili al problema.

L’appello del Dap invita gli operatori penitenziari a essere più attenti alle condizioni dei detenuti, ad ampliare la loro pazienza e capacità di ascolto, consapevoli che ogni intervento individuale può fare la differenza nel prevenire un gesto estremo. Inoltre, la circolare del Dap suggerisce una serie di azioni. Diffondere la consapevolezza: gli operatori penitenziari sono invitati a condividere attivamente la disposizione del dipartimento con i loro colleghi, coinvolgendoli nell’azione di prevenzione dei suicidi.

Applicare rigorosamente gli accordi: per il Dap è essenziale garantire l’applicazione scrupolosa degli accordi stabiliti tra le istituzioni coinvolte nella prevenzione dei suicidi. Collaborare con esperti: si incoraggia la collaborazione con professionisti della salute mentale, insegnanti, psicologi, avvocati, operatori delle imprese e altri soggetti che interagiscono con i detenuti, al fine di individuare e segnalare tempestivamente situazioni di rischio suicidario. Riesaminare costantemente i casi a rischio: È necessario un costante monitoraggio dei detenuti a rischio durante le riunioni del gruppo di osservazione e trattamento, con una stretta collaborazione tra professionisti sanitari e penitenziari. Infine, il Dap sottolinea l’importanza di incrementare le opportunità lavorative e le attività risocializzanti negli istituti penitenziari, poiché queste iniziative giocano un ruolo cruciale nel contrastare l’isolamento sociale e il disagio individuale, fattori che possono contribuire ai pensieri suicidi tra i detenuti.

Nonostante ciò, resta il fatto che mettere in pratica queste misure è difficile, data la problematica del sovraffollamento, dove il personale, sia agenti che psicologi e medici, non può far fronte al trattamento individuale. Il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio, ha sollevato critiche, affermando che le nuove direttive mancano di efficacia e non introducono nulla di veramente innovativo. Inoltre, secondo il sindacalista, queste direttive scaricano ulteriormente il peso della situazione sugli operatori penitenziari, già stremati e insufficienti.

Con un bilancio drammatico di 20 suicidi tra i detenuti e un membro della Polizia penitenziaria dall’inizio dell’anno, De Fazio ha evidenziato la necessità di misure straordinarie. Ora si pone una speranza, seppur minima, nell’approvazione della proposta di legge dell’associazione ‘ Nessuno Tocchi Caino’, presentata da Roberto Giachetti di Italia Viva (Atto Camera 552/ 22), volta a ridurre il sovraffollamento carcerario. Grazie allo sciopero della fame, il Grande Satyagraha, condotto principalmente da Giachetti e Rita Bernardini, l’ufficio di Presidenza della commissione Giustizia della Camera ha deciso di incardinarla. Inizia così l’iter parlamentare e per questo hanno sospeso, per il momento, il digiuno. Tutto ciò deve essere accompagnato da una riforma complessiva dell’esecuzione penale. Non c’è più tempo. Nel giro di 24 ore, si sono impiccati uno a Pisa e l’altro a Lecce, arrivando così a 20 detenuti suicidati. E ancora siamo a metà del secondo mese dell’anno. Cifra inquietante mai raggiunta prima.