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di Tommaso Coluzzi

fanpage.it, 9 novembre 2023

Con il voto della Camera di ieri, il decreto Caivano è stato convertito definitivamente in legge: dal carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola alle pene più dure per i minori che commettono reati, il dl nato per frenare il degrado nel comune napoletano è diventata una norma molto più ampia. Con 156 favorevoli, 66 contrari e 36 astenuti, ieri la Camera dei deputati ha dato il via libera definitivo al decreto Caivano. A due mesi dall’approvazione in Consiglio dei ministri, avvenuta sull’onda emotiva dei terribili fatti di cronaca accaduti al Parco Verde, il testo è ora parte dell’ordinamento italiano. Le misure, nonostante il nome che ha preso il provvedimento, non riguardano però solo Caivano, ma servono - nelle intenzioni del governo - per dare una stretta alla criminalità minorile in tutto il Paese. Le opposizioni hanno protestato dal primo momento contro il decreto, sostenendo che si trattasse di un inutile inasprimento delle norme penali sui minori.

Il decreto Caivano prevede che i genitori che non mandano a scuola i figli siano puniti con la reclusione fino a due anni: è una stretta molto importante, considerando che al momento c’è una semplice multa, che dovrebbe servire a ridurre l’abbandono scolastico. In generale, inoltre, vengono inasprite le pene per alcune misure di prevenzione come il Daspo, ma solo ai minori che hanno già compiuto 14 anni. Ai giovani tra i 14 e i 18 anni responsabili di violenze può essere vietato di utilizzare strumenti come computer e telefoni cellulari. Per i minori scatterà anche la custodia cautelare in carcere in caso di reati come produzione, traffico e detenzione di sostanza stupefacenti e il porto abusivo d’armi. Sarà in generale più semplice per un minorenne finire in carcere, visto che la soglia edittale passa da 9 a 6 anni. Ci sono inoltre alcune misure specifiche per il territorio di Caivano, che vanno dalla nomina del commissario straordinario ai progetti anti-degrado che prevedono la restaurazione di alcuni edifici e spazi nel comune, per provare a costruire nuove strutture dedicate ad attività educative e formative.