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di Franco Corleone

L’Espresso, 29 maggio 2022

È esplosa una polemica indecente su un ipotetico finanziamento per costruire le maldestramente definite “case dell’amore” nelle carceri italiane. Lo scandalo vero, conclamato e ignobile, è che il Parlamento da più di venti anni non affronta la questione del diritto costituzionale all’affettività e alla sessualità per le detenute e i detenuti. Nei Regolamento penitenziario del 2000, Sandro Margara e io avevamo previsto una soluzione equilibrata e saggia, ma il Consiglio di Stato fece obiezione e il ministro della Giustizia Fassino chinò il capo.

Anche la Corte Costituzionale sollecitò il Parlamento a approvare una legge.

Finalmente il Consiglio Regionale della Toscana approvò un testo e lo inviò al Senato come prevede la Costituzione. L’esame del provvedimento si è arenato in Commissione Giustizia dopo una discussione scurrile e volgare, indegna di Palazzo Madama.

L’Ufficio del garante dei diritti dei detenuti di Udine con le associazioni Icaro e la Società della Ragione ha organizzato un seminario sulla riforma possibile del carcere dopo i due anni tremendi della pandemia che hanno soppresso ogni forma di vita sociale nelle galere. Sarà illustrato un progetto di ristrutturazione del carcere di Via Spalato con un confronto tra le associazioni del volontariato e del terzo settore e la facoltà di architettura per creare un polo di formazione, cultura e lavoro.

Il progetto elaborato dalla arch. Daniela Di Croce del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sarà approfondito dagli arch. La Varra, Marcetti e Scarcella.

Stefano Anastasia, portavoce della Conferenza dei Garanti regionali e territoriali, introdurrà le ipotesi di cambiamenti urgenti e immediati nella vita quotidiana per i reclusi.

Infine la giornata si chiuderà con la presentazione del volume degli scritti di Alessandro Margara intitolato “La giustizia e il senso di umanità”.

Ne parleranno i magistrati Antonietta Fiorillo, Giovanni Maria Pavarin e l’avvocato Conte.

Il seminario sarà dedicato alla memoria di don Pierluigi Di Piazza, fondatore del Centro Balducci di Udine e figura straordinaria di riferimento della cultura e dell’accoglienza.

Nella Sala Aiace del Comune di Udine si svilupperà un ragionamento che non vuole essere di testimonianza ma di reale cambiamento attraverso una mobilitazione di coscienze e intelligenze. Con intransigenza e senza rassegnazione.