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di Riccardo Arena*

Ristretti Orizzonti, 7 luglio 2023

Una telefonata di una madre disperata e una lettera di una persona detenuta coraggiosa. In questo modo “RadioCarcere” in onda su RadioRadicale ha scoperto, un po’ per caso e non grazie alla tanto declamata “trasparenza”, della morte di altre due persone detenute. Una telefonata e una lettera senza le quali questi decessi in carcere sarebbero rimasti sconosciuti, nascosti, come forse lo sono tanti altri.

E così, lunedì 3 luglio a RadioRadicale arriva la telefonata della signora Nadia che, con la voce di una madre distrutta, parla di suo figlio che il 6 giugno è morto nel carcere di Busto Arsizio. Si chiamava Ettore Dante Bosoni, aveva solo 29 anni e soffriva di una malattia psichiatrica. Ora, e per capire le cause di questo decesso, si dovrà attendere il risultato dell’autopsia anche se la mamma di Ettore nutre più di un sospetto e vuole soprattutto capire perché suo figlio è morto in carcere a soli 29 anni.

Passano poche ore, e tra le tante lettere che arrivano dalle carceri c’è quella scritta da Ivan, che è detenuto nel carcere Capanne di Perugia.

Ivan che scrive: “Cara RadioCarcere, ti scrivo per informarti che qui pochi giorni è morto un detenuto tunisino e qui in carcere gira la voce questo ragazzo sia morto per un’overdose da sostanza stupefacente. Un’ipotesi questa che a noi detenuti non ci scandalizza, visto che qui si spaccia qualsiasi tipo di droga, ma che ci rattrista soprattutto perché nessuno ne ha parlato come se la nostra vita non contasse nulla”.

Ebbene, dopo aver verificato questa segnalazione (operazione che non è mai facile!) è arrivata la triste conferma: giovedì 15 giugno nel carcere Capanne di Perugia è morto un detenuto per una presunta overdose da sostanze stupefacenti. Il suo nome era Saber Zouaoui, aveva 32 anni ed era di nazionalità tunisina. Da quanto abbiamo appreso pare che Saber, che prima era detenuto nel carcere di Terni, da pochi giorni era stato trasferito nel carcere perugino per poter fare i colloqui con la moglie e i 2 figli. Morale, non solo altri due morti nelle carceri, ma anche due morti che, se non fosse stato per la telefonata di una madre disperata o per una lettera di un detenuto coraggioso, sarebbero rimaste sconosciute, come tante altre. Ci si chiede: nelle carceri italiane, oltre alla negazione dei diritti della persona, è anche negato il diritto all’identità di chi perde la vita?

*Direttore di RadioCarcere