di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 8 febbraio 2023
Protocollo d’intesa per una serie di iniziative. Organizzare conferenze, seminari e tavole rotonde, promuovere corsi di formazione rivolti agli operatori delle forze di Polizia e degli Uffici di esecuzione penale esterna nonché studi e ricerche su tematiche di interesse comune. In sostanza parliamo dello sviluppo congiunto di iniziative di formazione e ricerca: è questo l’obiettivo principale del protocollo d’intesa siglato il mese scorso dal Garante nazionale delle persone private della libertà e dal Dipartimento di Economia e Diritto dell’Università La Sapienza. Il Comitato di indirizzo e coordinamento delle attività sarà composto, per il Garante nazionale, dal dottor Giovanni Suriano, e per il Dipartimento di Economia e Diritto, dalla professoressa Silvia Fedeli.
Il protocollo d’intesa parte da un dato interessante sul numero di strutture dove le persone vengono private della loro libertà di fatto e di diritto. Rende noto che in Italia sono presenti 190 istituti penitenziari per adulti, 17 istituti penali per minorenni e diverse strutture di Comunità che operano in convenzione con il Dipartimento per la giustizia minorile, 33 residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), 10 centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) e 4 Hotspot, 1278 camere di sicurezza agibili gestiti dalle diverse forze di polizia, 10 reparti di medicina protetta, 96 strutture ospedaliere con 152 stanze di degenza protette e un numero imprecisato di strutture residenziali socio - assistenziali per persone disabili o anziane. Il protocollo d’intesa, costituisce obiettivo comune delle parti (Garante nazionale e università La Sapienza) il pieno rispetto delle norme nazionali e delle convenzioni internazionali sui diritti umani ratificate dall’ltalia, con particolare riferimento a quelle relative alle persone private della libertà personale. Il loro obiettivo è la ricerca scientifica, nonché la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori, in linea con il rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo e I’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, di cui all’articolo 35 della Costituzione. Altro comune obiettivo - si apprende nel protocollo d’intesa siglato - è la promozione di un sistema integrato di diffusione della conoscenza e di opportunità formative destinate agli operatori penitenziari che operano negli Istituti penitenziari o nelle strutture di esecuzione penale esterna e presso i Cpr e gli Hotspot e che tale sistema appare strategico per garantire il diritto alla formazione e alla conoscenza.
Ma c’è anche la ricerca scientifica e la diffusione dei risultati nella materia dei diritti umani; nella prospettiva del reinserimento, e altresì strategica la massima diffusione della valenza sociale della realtà penitenziaria e della formazione di una cultura dei diritti. Il protocollo sottolinea che la valorizzazione dei percorsi di formazione professionale risulta determinante nella prospettiva della rieducazione del condannato, secondo quanto stabilito dall’articolo 27 comma 3 della Costituzione. “Pertanto - si legge nell’accordo siglato - si reputa opportuno avviare una proficua collaborazione tra il Dipartimento e il Garante nazionale al fine di valorizzare e accrescere l’efficacia delle rispettive politiche di conoscenza, ricerca scientifica, formazione e promozione dei diritti fondamentali delle persone soggette a privazione o limitazione della libertà personale, di diritto o di fatto, e di prevenire atti di violazione di tali diritti”.
Il Dipartimento dell’Università La Sapienza si impegna a favorire con ogni necessaria iniziativa il consolidamento delle conoscenze relative alle tematiche di interesse comune; coinvolgere gli Istituti penitenziari, gli Uffici di esecuzione penale esterna, i Cpr, le Rems, le strutture residenziali socio sanitarie assistenziali per persone disabili o anziane, le strutture ospedaliere con reparti e stanze di medicina protetta Forze di Polizia e i vari soggetti del territorio coinvolti nella formazione e ricerca; monitorare, attraverso le valutazioni provenienti dai vari utenti coinvolti, l’efficacia delle singole attività svolte e favorire iniziative di studio e ricerca di interesse comune.