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di Alessandro Di Matteo

La Stampa, 31 dicembre 2023

Con questo sistema di nuove strutture si potrebbero ridurre le presenze in carcere del 18%. La proposta di legge elaborata da Riccardo Magi, di +Europa. Il deputato: “Contiamo anche sull’attenzione del ministro Nordio”. Le carceri italiane sono “al collasso”, non è possibile andare avanti con l’attuale sovraffollamento ed è il momento di pensare a soluzioni come le “strutture di reinserimento” per chi deve scontare non più di un anno di pena. Riccardo Magi, segretario di Più Europa, presenta una proposta di legge che prevede appunto “Case di reinserimento sociale” che consentano ai detenuti vicini al fine pena di poter trovare contesti che facilitino il ritorno alla vita in società.

Un testo firmato da tutte le opposizioni: oltre a Magi ci sono le sigle di Benedetto Della Vedova (Più Europa), Denis Dori e Luana Zanella (Verdi-sinistra), Enrico Costa (Azione), Roberto Giachetti (Iv), Federico Gianassi e Debora Serracchiani (Pd). Con queste norme, spiega Magi, si potrebbe ridurre l’affollamento delle carceri di “quasi 8 mila persone” e, al tempo stesso, “avviare percorsi di reinserimento”. Perché, ricordano i promotori della legge, “al 31 dicembre 2022 i soggetti che stavano espiando una pena detentiva non superiore a 12 mesi risultavano essere 7. 259 unità, il 18% del totale”. Non solo, ma tra queste ci sono “1.471 persone condannate a una pena inferiore a dodici mesi di reclusione, che li stanno scontando in carcere”.

Persone che sono in prigione per reati di lieve entità e che con queste norme verrebbero “automaticamente ammesse alle case di reinserimento”, senza passare per il carcere. Del resto, ricordano ancora i firmatari della proposta, anche l’ex garante dei detenuti Mauro Palma nella relazione 2023 al Parlamento parlava della “opportunità di istituire strutture di responsabilità territoriale diverse dal carcere, adibite ad accogliere persone che abbiano commesso reati di minore rilevanza”.

Spiega Magi: “Ho lavorato molto a questa proposta con Franco Corleone, abbiamo ripreso l’idea di Alessandro Margara, magistrato, tra gli autori dell’attuale legge sull’ordinamento penitenziario”. Con queste norme, “vogliamo rendere strutturale un principio: chi arriva a meno di un anno di pena da scontare - ad eccezione di chi è pericoloso - non sta più in carcere ma in altre strutture”. Si parla di “piccole strutture finanziate con l’aiuto dei Comuni e dello Stato, ciascuna per 5-10 persone”.

Fondamentale, aggiunge Magi, il coinvolgimento del “Terzo settore, del volontariato e anche del mondo delle imprese. Ma i promotori della legge contano di trovare orecchie attente anche nella maggioranza, a cominciare dal ministro della Giustizia Carlo Nordio che a marzo per combattere il sovraffollamento carcerario aveva parlato di “riadattare le ex caserme dismesse” in modo da consentire ai detenuti “due cose fondamentali, lo sport e il lavoro”. E il Guardasigilli aveva anche in qualche modo aperto all’ipotesi di “case di reintegrazione extra-carcerarie”.