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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 2 agosto 2023

Proposta di legge di Riccardo Magi su impulso del Garante del Lazio Stefano Anastasìa. Nell’ambito di una proposta di riforma dell’ordinamento penitenziario, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, ha presentato un’interessante iniziativa: l’istituzione di case territoriali di reinserimento sociale per i condannati a pene brevi o brevissime. La proposta, originariamente concepita dal magistrato Alessandro Margara, autore della riforma penitenziaria e della legge Gozzini, è ora diventata una proposta di legge ad hoc, con il primo firmatario il deputato di Più Europa, Riccardo Magi.

L’obiettivo delle case di reintegrazione sociale è quello di fornire un’alternativa al carcere per i detenuti con pene inferiori a un anno. Stefano Anastasìa ha evidenziato che molti enti territoriali hanno già affrontato la questione dell’housing per le persone in esecuzione penale che non avrebbero motivo di rimanere in istituti penitenziari. Ci sono state anche esperienze tradizionali nel passato di enti locali che si sono impegnati nell’accoglienza di persone in esecuzione penale. Nel Lazio, ad esempio, al 30 giugno erano detenute 225 persone con pene inferiori a un anno e 987 con un residuo pena inferiore a un anno. Questi numeri dimostrano quanto sia necessario trovare soluzioni adeguate per pene così brevi.

La proposta di Anastasìa si concentra sulle risorse disponibili, come spazi, personale e strutture, con l’obiettivo di creare case dedicate alle persone con pene brevi. Tali strutture potrebbero essere gestite dagli enti locali o dal demanio, e fornire servizi di base che non comportano costi elevati, o che possono essere realizzati grazie al volontariato. L’idea delle case di reintegrazione sociale rappresenta un approccio innovativo e umanitario nel trattamento delle persone condannate a pene brevi. Queste strutture potrebbero consentire un adeguato processo di reinserimento sociale, favorendo una maggiore riabilitazione dei detenuti e riducendo il rischio di recidiva.

Stefano Anastasìa ha incoraggiato gli enti locali a lavorare su proposte simili, ipotizzando delibere locali e leggi regionali che favoriscano la creazione di queste strutture. Questo percorso di sperimentazione a livello territoriale potrebbe portare a una futura iniziativa legislativa nazionale. La proposta delle case territoriali di reinserimento sociale rappresenta un importante passo avanti nel riconsiderare il modo in cui affrontiamo il tema della pena e della rieducazione dei condannati. Sperimentando questa modalità, potremmo aprire la strada a un sistema che, almeno per chi è detenuto per pene brevi, il carcere può benissimo essere superato.