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Il Mattino, 22 dicembre 2023

Nella giornata di ieri un detenuto ucraino di 51 anni, sposato con figli, si è impiccato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere a Caserta. Era accusato di omicidio. Il giorno prima aveva partecipato ad un’udienza. È il terzo suicidio nel 2023 nello stesso istituto. “I motivi per cui i detenuti si suicidano afferma il Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello sono tanti.

Come nel caso di questo detenuto ucraino di 51 anni, svolgeva regolari colloqui con i figli. È un caso silente, non aveva mai mostrato nessun segnale critico. Pochi giorni fa aveva effettuato una visita specialistica e anche in quel momento non aveva fatto trasparire nulla. Probabilmente è stata qualche brutta notizia ricevuta rispetto alla sua situazione giudiziaria. Rispetto alle morti in carcere, ai tentativi di suicidio e ai casi di autolesionismo o agli scioperi di fame e sete, bisogna fermarsi e fare un lavoro insieme.

Il carcere non va rimosso, ma negli istituti di pena ci devono essere più figure di ascolto, più assistenti sociali, psicologi, psichiatri ed educatori e proprio questi ultimi devono essere ancora più in contatto con i detenuti. Si deve creare una rete maggiore di ascolto, perché se parlare è un bisogno, ascoltare è un’arte. La politica soprattutto per il carcere visto il sovraffollamento deve mettere in campo risposte concrete, non populistiche né mediatiche ma risposte di senso”.