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di Rossella Grasso

L’Unità, 7 luglio 2023

Come un fulmine a ciel sereno mercoledì 5 luglio è arrivata la notizia della indagine fatta partire dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere nei confronti della Garante dei detenuti di Caserta Emanuela Belcuore. “Nella sua qualità di garante dei detenuti della provincia di Caserta avrebbe favorito in modo non lecito un detenuto del carcere di Santa Maria Capua Vetere, procurandogli un cellulare intestato a un’altra persona. Non solo. Si sarebbe anche adoperata per fargli avere una relazione di servizio positiva, ricevendo in cambio un paio di scarpe dalla sorella del recluso, titolare di una boutique”. Recita così la notizia diffusa dall’Ansa nel raccontare i fatti.

Belcuore venerdì ha avuto una perquisizione in casa sua durante la quale le sono stati sequestrati dispositivi elettronici, cellulari e computer per riscontrare le accuse, che per il momento non sono ancora state accertate. Belcuore, 40 anni e in carica da tre nel ruolo affidatole dall’amministrazione provinciale di Caserta, per il momento non è stata destinataria di misure restrittive, nemmeno cautelari. L’indagine è in corso sulla base di accuse, quelle mosse dagli inquirenti a Emanuela Belcuore come spiegato dall’Ansa, basate anche su annotazioni di servizio della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Tra le contestazioni alla Garante, da verificare, anche quella di aver avvisato il detenuto di un’imminente perquisizione al fine di sbarazzarsi del cellulare che la garante gli aveva procurato. Dopo la perquisizione a casa sua Belcuore si è dimessa dal suo incarico, come sottolineato dal suo avvocato.

L’Ansa riporta anche che i colloqui, quasi quotidiani, con i detenuti sarebbero stati connotati da rapporti opachi, in particolare con un recluso di Casal di Principe. Una relazione su cui la penitenziaria ha redatto diverse annotazioni fatte pervenire alla Procura di Santa Maria Capua Vetere che già da diversi mesi, con il sostituto procuratore Gionata Fiore e il procuratore Pierpaolo Bruni, indaga per fare luce sulla vicenda. Ma intanto per la stampa e per il tribunale del web, Emanuela Belcuore è già colpevole: questa volta ancor prima che sia emessa una qualsiasi misura restrittiva nei suoi confronti o che sia stata convocata davanti a un giudice. Colpevole di “corruzione e altri reati” da cui avrebbe guadagnato un paio di scarpe. Tutto da riscontrare e ancora da verificare. Tutte accuse a cui la garante risponderà nei luoghi e nei tempi preposti. Se fosse poi giudicata da un tribunale colpevole, il fatto sarebbe gravissimo. Ma dalla perquisizione alla sentenza in Cassazione, la strada è ancora molto lunga, certamente non breve come quella che separa le mani da una tastiera.

E’ d’uopo in questa vicenda raccontare che il carcere di Santa Maria Capua Vetere è spesso balzato alle cronache per i disservizi come l’acqua marrone o l’aria irrespirabile e ancor di più per quella “orribile mattanza” avvenuta il 6 aprile 2020, violenze ai danni dei detenuti commesse dagli agenti penitenziari. Proprio per questi fatti è in corso un maxi-processo con 105 imputati nell’aula bunker annessa al carcere. Belcuore da anni porta avanti battaglie per i diritti dei detenuti e dei loro familiari, che abbiamo raccontato anche su questo giornale. Da maggio la sua battaglia per contrastare la droga in carcere, un vero dramma, un cancro, di cui abbiamo raccontato insieme a Belcuore ce aveva già denunciato alle Autorità. Da garante aveva invocato maggiori controlli su tutti coloro che entrano in carcere, compresa se stessa, affinché si potesse combattere efficacemente questo dramma.

Dopo la diffusione della notizia dell’indagine nei confronti di Belcuore, lo ripetiamo, non della condanna di quest’ultima che rimane innocente fino a prova contraria, i primi a dire la loro sono stati i sindacati di polizia, gli stessi che avrebbero denunciato le non meglio precisate “malefatte” di Belcuore. “Dopo l’ex garante dei detenuti del Comune di Napoli Pietro Ioia anche quello di Caserta, Emanuela Belcuore, è indagata” hanno detto il presidente e il segretario regionale campano dell’Uspp, Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, secondo i quali, come più volte ribadito in passato, la figura del garante comunale “va eliminata perché non prevista dalla norma di legge che invece contempla il garante nazionale e quelli regionali”. Precisiamo che la figura del garante provinciale e comunale è previsto dall’ordinamento, come segnalato sul sito del Ministero della Giustizia dove si legge: “Sul territorio nazionale operano anche Garanti subregionali, le funzioni dei quali sono definite dai relativi atti istitutivi. Nell’ambito penitenziario, i Garanti regionali e subregionali possono effettuare colloqui con i detenuti, possono visitare gli istituti penitenziari senza autorizzazione, secondo quanto disposto dagli articoli 18 e 67 dell’ordinamento penitenziario. Inoltre possono essere destinatari di reclami ai sensi dell’art. 35 dell’ordinamento penitenziario”.

In serata con una nota del suo avvocato, Mariagiorgia de Gennaro, Belcuore ha precisato la sua posizione dicendosi assolutamente fiduciosa del lavoro della magistratura nel far luce sui fatti. “La dott.ssa Belcuore Emanuela è profondamente colpita per l’indagine che l’ha travolta, svolta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere - si legge nella nota - Confidando pienamente nella magistratura, ha inteso nell’immediatezza della comunicazione dell’indagine in corso, dimettersi dall’incarico di Garante dei Diritti delle Persone Detenute per la Provincia di Caserta, ruolo svolto dal giugno 2020 con passione e determinazione nell’interesse di tutti i detenuti attraverso il costante contatto presso le carceri del Casertano e mostrando sempre disponibilità e prodigandosi per le preoccupazioni dei familiari”.

E ancora: “La dott.sa Belcuore, del resto, nei tre anni di mandato, ha portato avanti molte battaglie per risolvere le criticità rilevate nei contesti carcerari e, non da ultimo, si è battuta nel contrasto alla presenza della droga nelle carceri attraverso una denuncia nel dicembre 2022 resa nota con la pubblicazione di un’intervista rilasciata nel mese di maggio 2023. Pertanto, seppur sconvolta, è pienamente fiduciosa che riuscirà a delinearsi nel corso delle indagini quanto realmente accaduto rispetto alle imputazioni contestate e alle alterate notizie riportate da alcuni mass media”.

“Sono profondamente addolorato per la vicenda che vede coinvolta Emanuela Belcuore, Garante dei detenuti della provincia di Caserta - ha detto il collega Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Regione Campania in una nota - Anzitutto, è bene ricordare che, essendo nella fase delle indagini, non vi è stato ancora un definitivo accertamento dei fatti oggetto di contestazione, pertanto, sono da ritenersi inopportuni i “processi”, i gossip e i resoconti con dimensione sessista che spuntano nel mondo dell’informazione. Senza dubbio, sia la Belcuore sia i soggetti coinvolti nella vicenda risponderanno nelle sedi opportune al fine di ricostruire la dinamica dei fatti e far emerge la verità sull’unico caso contestato. Siamo Garanti e, in quanto tali, invochiamo il rispetto del principio di presunzione di innocenza. Vi è inoltre chi, strumentalizzando l’indagine in corso, fa erroneamente riferimento all’arresto dell’ex Garante dei detenuti di Napoli, Pietro Ioia. Non vi è nessuna relazione fra i due fatti, dunque, di che parliamo? Dulcis in fundo, ancora una volta, questa vicenda diviene il pretesto per sminuire, svilire, se non addirittura “silenziare” la funzione del Garante, autorità di garanzia indipendente, nominata dall’autorità pubblica. Basta con il becero moralismo e il populismo penale”. Conclude, infine, Ciambriello, “non vorrei che qualcuno dimenticasse le battaglie, le coraggiose denunce, nonché gli interventi su “Pianeta Carceri” che Emanuela Belcuore ha fatto nel corso di questi ultimi anni”.