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di Gianni Rubagotti

 

www.clandestinoweb.com, 3 gennaio 2015

 

Queste vacanze di Natale molti radicali le hanno trascorse a modo loro, cioè andando a visitare le carceri italiane per lottare per lo stato di diritto nel nostro paese. Tra di loro anche lo scrittore (è autore di "Storia della Lega Italiana per il Divorzio") Domenico Letizia, segretario dell'Associazione Radicale Legalità e Trasparenza di Caserta ma con una interpretazione originale del pensiero di Pannella.

Ti definisci "anarchico liberale libertario e liberoscambista", cosa significa?

La mia formazione filosofico-politica è di matrice anarchica. Sono per l'abolizione di tutte le forme di coercizioni esistenti a partire dalle istituzioni statuali. Il grande paradosso dell'anarchismo, più di quello europeo che americano, ritengo sia quello di definirsi "comunista", poiché il pensiero anarchico dovrebbe a priori definirsi "liberale", ovvero, aperto a tutte le visioni della società che non arrecano violenza e "liberoscambista" poiché lo spontaneismo sia del vivere sociale sia dello scambio appartiene all'individuo senza alcun bisogno di "legge" che impone il come muoversi nel contesto sociale. Le istituzioni pretendono di essere obbedite. Ma perché si deve obbedire al potente? Questa è la domanda che si pone il libertario.

Come mai avendo queste convinzioni militi nei radicali e sei impegnato nell' Associazione "Legalità e Trasparenza", Radicali Caserta di cui sei segretario?

Ritengo validissima la formulazione teorica dell'avvocato (nonché mio "maestro") Fabio Massimo Nicosia che guarda al radicalismo come linea di percorso che dal liberalismo conduce all'anarchismo. Il vero obiettivo, oggi, per i libertari è riuscire ad applicare concretamente le analisi che Nico Berti ha riportato in un suo magnifico libro, intitolato: "Libertà senza Rivoluzione", ovvero, riuscire con il metodo nonviolento ad andare oltre la democrazia, non contro, e oltre il capitalismo, non contro. Il radicalismo con la sua enorme portata intensamente libertaria, di sovranità individuale e di tutela dei diritti umani e quindi diritti individuali è il percorso da intraprendere per l'affermazione della sovranità dell'individuo contro tutti i dogmi e le imposizioni sociali. La vita stessa di Marco Pannella è un percorso di libertà concreta lontana dai poteri costituiti.

Cos'è il Satyagraha dei radicali sulla giustizia? Come mai usare questa parola straniera?

"Noi siamo diventati radicali perché ritenevamo di avere delle insuperabili solitudini e diversità rispetto alla gente, e quindi una sete alternativa profonda, più dura, più "radicale" di altri. Noi non "facciamo i politici", i deputati, i leader ... lottiamo, per quel che dobbiamo e per quel che crediamo. E questa è la differenza che prima o poi, speriamo non troppo tardi, si dovrà comprendere". Il Satyagraha è il percorso di conoscenza e azione che conduce alla verità, alla luce della verità, il metodo gandhiano e quindi nonviolento e per questo estremamente incisivo in un contesto sociale animato da violenza diretta e indiretta. Il Satyagraha sulla giustizia è il metodo d'azione per l'affermazione dei diritti umani e civili di tutta la comunità penitenziaria, la proposta del diritto come priorità di una sana democrazia contro la forza della ragion di stato e del potere imposto. La problematica della giustizia, anche in un territorio particolarmente problematico come il casertano è una necessità da affrontare e risolvere.

Perché come Radicali Caserta avete passato queste vacanze occupandovi delle condizioni dei detenuti nella vostra zona?

Perché siamo davvero di "estrema sinistra", quella sinistra libertaria che ha a cuore gli ultimi del sistema sociale, quelli in fondo alla gerarchia sociale, abbandonati da tutti e rinnegati poiché colpevoli di "abuso" nella società. La funzione di un sistema sociale dovrebbe essere quella di riuscire a reinserire nel contesto sociale, preservando la libertà, ogni individuo, anche se ha sbagliato. Una volta capiti e compresi i propri errori, ritornare a vivere per la libertà propria e altrui. L'attuale sistema è la perpetuazione della violenza e la violenza genera violenza.

Ci sono altre forze politiche che vi hanno aiutato?

Qualcuno ci segue sia nel campo del centrodestra che tra le fila del Partito Socialista Italiano. In genere, mancano alle nostre iniziative i militanti e i dirigenti del Partito Democratico.

Che situazione avete trovato negli istituti che avete visitato?

La situazione degradante per la dignità umana che da tempo denunciamo. Ogni istituto ha delle specifiche problematiche legate al sovraffollamento, alla burocrazia, alla mancanza di sanità in carcere e alla non presenza del magistrato di sorveglianza che dovrebbe seguire il detenuto nelle sue richieste. Ritengo necessaria l'istituzione del Garante provinciale dei detenuti di Caserta. Una battaglia che speriamo possa condurre a qualche risultato.

Cosa rispondi a chi è contrario alla proposta radicale di Amnistia dicendo che così si liberano i delinquenti e non si ha la certezza della pena?

Semplicemente di contattarci e venir con noi a visitare un istituto penitenziario, partecipare ad un sit-in con i parenti dei detenuti e dopo possiamo discutere dell'Amnistia, penso però che dopo il percorso si sia cambiata idea.

Come anarchico consideri l'istituzione carceraria necessaria oppure sei aperto a una discussione sul suo superamento?

Il sistema penitenziario attuale ha fallito. Le carceri vanno abolite. Il suo superamento è una priorità non rinviabile. Non condivido la proposta "libertarian" di voler istituire carceri private poiché non è nient'altro che affidare ai privati il sistema istituzionale della giustizia dello stato. Oggetto di serio dibattito dovrebbe essere il superamento delle carceri con strutture simili di più alle "case famiglia", rieducare, comprendere e far comprendere, non distruggere e reprimere. Tutto qui.

Conosci il film di Ambrogio Crespi su Tortora?

Sì, un documentario degno di essere compreso, visto e rivisto su uno dei casi più scandalosi della storia contemporanea italiana. Inserirei la discussione e l'analisi di tale docufilm come esame in ogni facoltà di giurisprudenza in Italia.