sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Liana Milella

La Repubblica, 7 dicembre 2023

Gli ispettori di via Arenula hanno indagato sulla giudice di Catania e anche sui profili social del suo compagno. Sostengono che tutti i video lanciati dal leader leghista erano pubblici. Matteo Salvini “innocente” per i video contro la giudice Iolanda Apostolico. Erano pubblici. Nessuna “colpa” per la magistrata e neppure per il suo compagno nella vita. Però il Guardasigilli Carlo Nordio conclude l’indagine sulla giudice, che è anche per lui del tutto “non colpevole”, con l’annuncio che bisogna ripristinare un vecchio illecito disciplinare che vieta alle toghe, anche nella vita privata, di tenere comportamenti che possono “compromettere l’indipendenza, la terzietà e l’imparzialità del magistrato, anche sotto il profilo dell’apparenza”.

L’aveva previsto nel 2006 l’ex ministro della Giustizia leghista Roberto Castelli, all’epoca del governo Berlusconi, quando riscrisse l’ordinamento giudiziario, ma fu subito soppresso nello stesso anno dal suo successore Clemente Mastella, Guardasigilli del governo Prodi, quando il nuovo ordinamento, tuttora in vigore, fu pubblicato. Per i non addetti ai lavori significa che se anche la toga va a fare una pizza con gli amici, e discute con loro a tavola, deve stare attento a quello che dice perché i commensali vicini potrebbero ascoltarlo e le sue parole potrebbero diventare un illecito disciplinare.

Salvini “innocente” - Carlo Nordio, con una risposta scritta, replica al Senato a un’interrogazione dell’ex vice presidente Maurizio Gasparri, che nel pieno del caso Apostolico ha fatto una dozzina di dichiarazioni contro di lei invocando, nell’ordine, dalla punizione disciplinare alla radiazione dalla magistratura. Nella risposta il Guardasigilli dà ben quattro notizie. La prima: c’è stato, a tutti gli effetti, un puntuale accertamento su Apostolico e sulla sua vita privata.

La seconda: gli ispettori di via Arenula hanno verificato cosa dicesse all’epoca anche il suo compagno Massimo Migrino. La terza: Apostolico non è colpevole perché nonostante le affannose ricerche non sono emersi suoi comportamenti “anti Stato”. La quarta: sicuramente è del tutto “innocente” il suo collega di governo Matteo Salvini perché i video anti Apostolico, come sostiene l’assistente informatico coinvolto nelle ricerche dallo stesso ispettorato, “precisa di avere potuto svolgere ricerche accedendo a informazioni di natura esclusivamente pubblica”. Quindi, secondo questa ricostruzione, non ci sarebbero video e file segreti conservati da qualche parte per colpire le toghe. Questa, ovviamente, è la versione di Nordio e dei suoi ispettori.

Apostolico “non colpevole” - È un fatto però che proprio la Lega sia stata protagonista di una campagna durissima contro la giudice, colpevolizzandola per i video di cinque anni prima. Ma gli ispettori di Nordio sono costretti a scrivere che, dopo un’analisi al microscopio di quelle immagini, non emerge alcuna “colpa”. Perché, nel primo video - dove la magistrata viene inquadrata mentre partecipa a una manifestazione indetta dal vescovo di Noto a favore dei circa 200 migranti della nave Diciotti che Salvini, allora ministro dell’Interno, non voleva far sbarcare - Apostolico “appare rimanere in silenzio per tutto il tempo del filmato, e non è dato cogliere alcuna espressione visiva o gestuale interpretabile come manifestazione di adesione o di dissenso alla contestazione in atto; il magistrato appare in un frame muoversi da una parte all’altra, guardando ora la polizia ora il gruppo di manifestanti”. Queste sono le parole che Nordio consegna al Senato.

Quanto al secondo video di pochi secondi - dice Nordio - “la dottoressa Apostolico è presente e sembra avvicinarsi alle forze dell’ordine sollevando il braccio destro e pronunciando parole che, tuttavia, non sono udibili, stante anche il soverchiante rumore di sottofondo, né comprensibili, né interpretabili sulla base del movimento labiale”. Tuttavia, sappiamo bene che anche questo video è stato presentato in chiave anti Apostolico.

E siamo al terzo video reso pubblico con Apostolico cerchiata in rosso. Ma adesso Nordio dice che “la persona sembra applaudire, assieme agli altri manifestanti, allo slogan ‘siamo tutti antifascisti’ pronunciato da un gruppo di persone sempre, verosimilmente, in occasione dei medesimi eventi al porto di Catania. Le riprese, non particolarmente nitide e realizzate a una certa distanza dal magistrato, non consentono di individuare se Apostolico abbia o meno pronunciato lo slogan”. E se le prove non ci sono, in Italia la giustizia non consente né di mandare in carcere una persona, né tanto meno di mettere sotto inchiesta disciplinare una toga.

Non contenti comunque gli ispettori vanno anche a verificare cosa c’è nei profili social del compagno di Apostolico Massimo Migrino, quasi che pure i suoi comportamenti possano essere addebitati alla giudice. Ma anche qui devono rinunciare perché ci sarebbe un like della magistrata su un’iniziativa anti Salvini del 16 agosto 2018 - “festa di piazza, si balla, si salta, tutti insieme. Allegria, energia, gioia, Fan Salvini” - ma Nordio scrive al Senato nella risposta a Gasparri che “non è possibile formulare una valutazione in termini di certezza in ordine all’autenticità della provenienza di tale like dal magistrato, tenuto conto che lo stesso post non è presente e visibile sul profilo social di Migrino”.

Nessuna prova contro Apostolico - Dunque Nordio è costretto ad ammettere che non ci sono prove contro la giudice. Tuttavia annuncia, a partire da qui, la sua stretta sulla vita privata delle toghe, ipotizzando di inserire nell’ordinamento giudiziario l’illecito sul comportamento “privato” dei magistrati. Alle toghe sarà precluso partecipare a una manifestazione per la democrazia in Italia e applaudire. Dovranno stare attenti a eventuali discorsi in pubblico. L’occhio di via Arenula scruterà le loro parole se vanno a un convegno. Non potranno più scrivere sui social le loro osservazioni personali. In una parola: diventare magistrato vorrà dire rinunciare del tutto al diritto di cui gode un cittadino italiano. Anche se la Costituzione, in nessun articolo, detta una regola di questo tipo.