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di Francesco Grignetti

La Stampa, 9 febbraio 2023

Il 12 scade il termine per il ministro per scegliere sul 41 bis all’anarchico. La via d’uscita della Superprocura: si potrebbe tornare all’Alta sicurezza. Il caso Alfredo Cospito è sempre lì, impossibile da aggirare per il governo. Non tanto perché ci sono diverse università in ebollizione - ieri sono state occupate l’Orientale di Napoli e la Statale di Milano - ma perché lo sciopero della fame dell’anarchico contro il 41 bis nelle carceri va avanti ad oltranza. Sono quasi 110 giorni di digiuno, aggravati nell’ultima settimana, da quando Cospito non assume più integratori, e va avanti solo ad acqua e zucchero.

Fra tre giorni, il 12 febbraio, scade il termine entro il quale l’istanza dell’avvocato difensore Flavio Rossi Albertini dovrebbe avere una risposta dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Risposta che per il momento non c’è e tutto lascia pensare che non ci sarà. È nelle prerogative del ministro, infatti, lasciar cadere l’istanza e mantenere immutato il regime carcerario. La settimana prossima, poi, il 15, Nordio sarà di nuovo in Parlamento per spiegare gli ultimi passi. E poi il 24 febbraio la parola toccherà alla Cassazione. Il Guardasigilli dovrà aggiornare le Camere su quanto successo dopo il 1° febbraio, quando ha già fatto una prima relazione. Dovrà districarsi tra i vari documenti che nel frattempo gli sono arrivati dalla magistratura. Nell’ordine: Superprocura, Distrettuale della procura di Torino, procura generale di Torino, magistrati di Sorveglianza.

Ed è proprio tra le pieghe dei diversi documenti che Nordio avrebbe un appiglio onorevole per decidere il cambio di regime. C’è infatti una notevole difformità di vedute tra procura generale di Torino e Superprocura antiterrorismo. I due uffici valutano all’unisono la “pericolosità sociale” del terrorista anarchico, ma divergono sull’analisi dell’effervescenza anarchica nelle ultime due settimane e il potenziale ruolo di Cospito.

Il pg Francesco Saluzzo ritiene che Cospito ha continuato ad agire da “apologeta e istigatore dell’associazione eversiva”, e anzi sarebbe divenuto con la sua protesta estrema il “catalizzatore” dei tanti gruppi del mondo anarco-insurrezionalista che a lui guardano ormai come “a un riferimento”. Perciò, conclude il procuratore generale, Cospito ha da rimanere al carcere duro.

Il parere del procuratore nazionale Giovanni Melillo è molto più problematico. Invita l’autorità politica a una valutazione ponderata dell’evoluzione in atto del fenomeno, ossia “la decisa moltiplicazione dei documenti e degli strumenti di elaborazione ideologica - come rivela il Corriere della Sera - e dei canali decisionali delle conseguenti iniziative violente”. È trasparente la conclusione a cui tende la Superprocura: Cospito non può più comunicare con l’esterno da almeno 8 mesi, eppure gli anarco-insurrezionalisti non sembrano affatto decapitati; quindi è ben difficile sostenere che ci sia lui al vertice della galassia. Ciò a prescindere dalla considerazione che gli anarchici sono per definizione orizzontali e non verticali.

La Superprocura è in linea con la Distrettuale di Torino quando segnala i “caratteri di complessità ed eterogeneità della comunicazione tra le diverse aree insurrezionaliste, emerse dall’aggiornata analisi della natura e dell’andamento dei fenomeni”.

Il nodo politico a cui il ministro Nordio potrebbe appoggiarsi, se volesse, è che Superprocura e Distrettuale ritengono che per Alfredo Cospito si può fare un passo indietro. Si potrebbe tornare alla situazione della primavera scorsa, ovvero la detenzione nel circuito di Alta Sicurezza, che è un gradino più lieve del 41 bis. Ovviamente con le “ulteriori opportune forme di controllo proprie dell’ordinamento penitenziario e dell’attività investigativa”. Un eufemismo per dire che gli si potrebbe imporre una censura aggiuntiva sugli scritti e su tutte le comunicazioni con l’esterno.

In fondo era anche la soluzione prospettata a caldo dal Garante per i diritti dei detenuti, Mauro Palma, che già un paio di settimane fa aveva ipotizzato il ritorno di Cospito nel circuito dell’Alta sicurezza. Sarebbe una soluzione elegante per uscire dal muro contro muro, salvando le esigenze di sicurezza ma anche quelle umanitarie. Nordio sceglierà questa via oppure lascerà trascorrere la data del 12 senza esporsi? In questo caso, la mancata risposta vale come conferma della situazione esistente. Peserà nella sua scelta la relativa anticipazione della udienza della Cassazione: dapprima aveva deciso di discuterne il 20 aprile, poi a marzo, infine il 24 febbraio. La Cassazione dovrà valutare la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma che gli ha appena confermato il regime speciale per quattro anni.