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di Giusi Spica

La Repubblica, 22 luglio 2023

La replica: “Bugie, si dimetta”. Alla convention di FdI a Palermo, il responsabile del Copasir rivendica il suo operato e quello del sottosegretario imputato per rivelazione di segreto istruttorio. Botta e risposta a distanza con il M5S. Scambio di accuse a distanza tra il responsabile organizzativo del Copasir, il meloniano Giovanni Donzelli, e il Movimento 5Stelle sul caso Cospito e l’imputazione coatta per rivelazione di segreto d’ufficio nei confronti del sottosegretario Andrea Delmastro.

A far scattare la scintilla le parole di Donzelli alla convention organizzata da FdI a Palermo per parlare di lotta alla mafia: “Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto difendendo il 41 bis. Furono gli amici di M5S, quando erano al governo, a scarcerare i mafiosi con la scusa del Covid”. Immediata la replica dei 5Stelle: “Solo bufale, doveva dimettersi mesi fa per aver messo a repentaglio la sicurezza nazionale insieme all’amico Delmastro”.

Intervenendo da Palermo, i due alfieri del partito della premier Giorgia Meloni hanno difeso il loro operato: “Quando Cospito decise scientemente con la criminalità organizzata di proseguire la guerra volta a far venire giù il carcere duro - ha detto Delmastro - qualcuno come me e l’amico Donzelli ha intravisto tutto ciò e ha osato anteporre il proprio petto. Quel qualcuno è finito processato e tutti gli altri no”.

Delmastro rivendica poi il primato nella lotta alla mafia: “A proposito degli sciacalli che in questi giorni osano lambire il centrodestra - ha detto il sottosegretario meloniano - noi abbiamo onorato Paolo Borsellino col primo atto del governo Meloni: mettere in sicurezza l’ergastolo ostativo rispetto a cedimenti che arrivavano da tutte le parti”. “Per noi il carcere duro e l’ergastolo ostativo non sono misure eccessive. Il mondo intero studia il nostro carcere duro, l’ergastolo ostativo, le misure preventive come sequestri e confische. L’Italia è un esempio ed esporta la normativa antimafia e ne siamo orgogliosi”, aggiunge parlando alla tavola rotonda del convegno “Parlate di mafia”.

Donzelli racconta la sua versione dei fatti sul caso Cospito: “Era più comodo stare in silenzio e girarsi dall’altra parte. Ma noi abbiamo difeso il 41 bis, la sinistra ha sollevato tanto polverone. Poi però non c’è stata più una sola persona di sinistra a metterci la faccia per difendere Cospito”. Poi la stoccata finale a M5S: “Non ci dimentichiamoci di Beppe Grillo, che quando veniva in Sicilia diceva che la mafia ha una sua morale. Non prendiamo lezioni nemmeno da parte di ex magistrati che oggi sono in politica, che quando Borsellino era morto da poche ore archiviavano l’inchiesta mafia-appalti”.

E attacchi a raffica agli avversari per difendere l’amico imputato: “Per noi la vicenda Delmastro non è un vulnus e neppure per la procura che aveva chiesto l’archiviazione. Col massimo rispetto, noi andiamo avanti, siamo convinti di avere fatto ciascuno di noi le cose giuste che servivano all’Italia. Scomode per qualcuno che voleva tenere forse nascoste quelle pagine ma invece noi le abbiamo portate a conoscenza di tutti gli italiani. È giusto così”.

M5S replica agli attacchi di Donzelli attraverso le parlamentari Stefania Ascari, Valentina D’Orso e Ada Lopreiato, capigruppo nelle commissioni Antimafia e Giustizia: “Oggi ripete la bufala delle scarcerazioni durante la pandemia. Il partito del presidente Meloni sta provando a nascondere le proprie responsabilità per i provvedimenti con cui sta spianando la strada dell’impunità ai colletti bianchi. Dobbiamo di nuovo ricordare a Fratelli d’Italia che ogni scarcerazione avvenuta nella primavera 2020 venne decisa in autonomia dai magistrati e sulla base di una legge del 2010 del governo Berlusconi. Dopo quelle scarcerazioni siamo intervenuti immediatamente con due decreti legge e con ispezioni ministeriali. Grazie a quegli interventi alcune scarcerazioni furono evitate e alcuni detenuti rientrarono in carcere. Anche oggi Donzelli ha perso l’occasione per rimanere in silenzio”.