di Grazia Longo
La Stampa, 3 febbraio 2023
Il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria aveva raccomandato “il massimo riserbo”. La Procura di Roma è al lavoro: la violazione del segreto d’ufficio è punibile con la reclusione. Notizie riservate. Di più, riservatissime. Al punto da essere definite “non divulgabili e non cedibili a terzi, pur non essendo secretate”. In questo modo il Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) aveva definito le conversazioni tra l’anarco-insurrezionalista Alfredo Cospito e i boss mafiosi, tutti al 41 bis nel carcere di Sassari. Il documento del Dap è stato spedito lunedì scorso al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, di Fratelli d’Italia, in risposta alla sua richiesta di informazioni sul detenuto Cospito.
Ma nonostante la precisazione del Dap circa il riserbo da mantenere in merito ai dati comunicati, Delmastro li ha riferiti al compagno di partito e amico (i due condividono anche un appartamento nella capitale) Giovanni Donzelli, vicepresidente del Copasir. E come non bastasse, Giovanni Donzelli ha riferito quanto appreso in Parlamento, usando ciò che aveva appurato per accusare il Pd di complicità con la mafia.
“Cospito è un terrorista e lo rivendicava con orgoglio dal carcere - ha affermato il vicepresidente del Copasir -. Dai documenti che si trovano al Ministero della Giustizia, Francesco Di Maio del clan dei casalesi diceva, incontrando Cospito: “Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato”. Ma lo stesso giorno, il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi, Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando. Io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi”.
Ma quelle parole Donzelli non avrebbe potuto pronunciarle, e lo stesso vale per Delmastro che si sarebbe dovuto attenere alla riservatezza suggerita dal Dap. Così però non è stato e ne è scaturito da un lato un terremoto politico, a partire dalla richiesta di dimissioni dei due esponenti di Fratelli d’Italia dai loro incarichi istituzionali, dall’altro un’inchiesta della Procura di Roma per violazione di segreto d’ufficio dopo l’esposto del co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Bonelli.
Per ottenere le notizie su Cospito al 41 bis, il sottosegretario alla giustizia Delmastro aveva sollecitato il Dap di acquisire le informative dei due nuclei della polizia penitenziaria Gom (Gruppo operativo mobile) e Nic (Nucleo investigativo centrale) che si occupano, rispettivamente, della gestione dei detenuti pericoloso e delle intercettazioni. Il Dap, raccolte tutte le notifiche (che non sono intercettazioni ma dialoghi ascoltati) le ha poi trasmesse al sottosegretario, invitandolo a non divulgarle nonostante non fossero coperte dal segreto. Ma non è andata così.
Il presidente della Camera Lorenzo Fontana, accogliendo il sollecito del dem Federico Fornaro, ha istituito un giurì d’onore e ha dichiarato: “È stata richiesta la nomina di una commissione incaricata di verificare quanto accaduto e la correttezza delle affermazioni”. E non finisce qui. Sul caso ora indaga anche la Procura di Roma, diretta da Francesco Lo Voi, che ha già indagato Delmastro e Donzelli. Il reato di violazione e utilizzazione del segreto d’ufficio non è cosa da poco e si rischiano come pena la reclusione da 6 mesi a 3 anni.
L’inchiesta è ai primi passi, ma è presumibile che i magistrati acquisiscano la relazione del Dap che vincolava a non rivelare e a non cedere ad altri le informazioni fornite. Intanto prosegue la bagarre politica. La presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi incalza: “Apprendiamo che il DAP ha chiarito formalmente a Delmastro che le informative in merito a Cospito non potevano essere divulgate. È scritto nero su bianco. In un Paese normale, Delmastro e Donzelli si dovrebbero dimettersi subito e la premier dovrebbe chiedere scusa”.
In serata il ministro della Giustizia Carlo Nordio precisa che “sulla nota del Dap su Cospito inviata a Delmastro era presente la dicitura “limitata divulgazione”, che esula dal segreto di Stato ed esclude che la trasmissione sia assimilabile a un atto classificato”. Ma il fatto che la nota non fosse secretata, non dava comunque il via libera alla sua diffusione. Tant’è che si sottolineava che dovesse attenersi a una “limitata divulgazione”. Precetto che né Delmastro né Donzelli hanno in alcun modo seguito.
Le tappe della vicenda
L’inizio del caos. Martedì scorso il vicepresidente del Copasir Donzelli, citando documenti imprecisati, imprime una svolta al dibattito su Cospito.
L’accusa. Donzelli conclude la sua invettiva dicendo: “Io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia”. Scoppia la polemica.
I documenti. Il sottosegretario alla Giustizia Delmastro ammette di aver girato lui le informazioni del Dap, che erano però “non secretate”.
Le indagini. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio dopo un esposto del parlamentare dei Verdi Bonelli.