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di Francesco Grignetti

La Stampa, 15 febbraio 2023

Oggi il ministro atteso in Parlamento. Difenderà ancora la tesi della procura generale di Torino: “Il detenuto ha usato il corpo come un’arma”. Alfredo Cospito per il secondo giorno ha mangiato un vasetto di yogurt con miele, gli integratori, e stavolta pure un cucchiaio di orzo. Ma nei suoi confronti è esercitata una linea dura, se non durissima. L’avvocato Benedetto Ciccarone ieri lo ha visitato in ospedale, e riferisce che all’anarchico non è ancora stata fatta avere la foto dei genitori come aveva chiesto nei giorni scorsi.

“È incomprensibile la ragione per la quale gli venga negata”, dice il legale. Misteri del carcere duro, sottoposti a decisioni imperscrutabili e spesso arbitrarie. A Cospito, per dire, quand’era a Sassari, concedevano i libri acquistati al supermercato vicino, non quelli ordinati attraverso la biblioteca del carcere. Che Cospito abbia ripreso ad alimentarsi un minimo è indubbiamente una buona notizia che rasserena forse il clima. Oggi il ministro Carlo Nordio è atteso in Parlamento per un aggiornamento sulla sua vicenda di terrorista anarchico sottoposto al 41bis, in attesa che la Cassazione si esprima il 24 febbraio.

Il ministro della Giustizia confermerà alle Camere le sue ragioni, ribadendo che non intende revocare il carcere duro per Cospito. Una decisione per metà politica, in quanto il governo al completo ha annunciato con la massima enfasi che “non intende trattare con gli anarchici”, per metà tecnica e appoggiata al parere del procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, che ritiene indispensabile mantenere l’anarchico al 41bis.

Nordio la settimana scorsa aveva fatto sue le valutazioni di Saluzzo - molto difformi da quelle del Superprocuratore Gianni Melillo e del pg di Cassazione Pietro Gaeta - e non vede il motivo di rovesciare la sua determinazione. Ha sposato la linea della fermezza che viene da Torino. “Postulare che la misura va revocata perché non ha raggiunto lo scopo - ha scritto il pg Saluzzo - sarebbe come dire che se la detenzione non raggiunge i fini che le sono assegnati, essa dovrebbe essere revocata”.

Quanto alla pericolosità sociale dell’anarchico, sempre Saluzzo per primo ha teorizzato l’aspetto ideologico di questo sciopero della fame. “Ha usato il suo corpo come un’arma - ha scritto Saluzzo, poi ripreso da Nordio - per una chiamata di intenti e obiettivi, e le vicende che si sono verificate dimostrano che lo scopo è stato raggiunto. Il che dimostra che Cospito, ancorché detenuto, abbia la possibilità di mantenere contatti con una vasta area di gruppi ideologici. E nonostante si tratti di una galassia fluida, non vi è dubbio che il messaggio di Cospito raggiunga molti componenti di essa e che da questi venga tradotta in azioni concrete”.

C’è una certa dialettica tra uffici giudiziari. Il tribunale di Sorveglianza di Roma a dicembre ha confermato il carcere duro per i prossimi 4 anni. Il Superprocuratore antiterrorismo ritiene invece che si potrebbe spostarlo nel circuito dell’Alta sorveglianza, con imposizione di censura. Anche il pg di Cassazione sostiene che la semplice propaganda, pur farneticante, non può giustificare un 41bis e che occorre motivare meglio l’esistenza di collegamenti con l’organizzazione all’esterno.

Saluzzo scrive al contrario che “Cospito ha già violato il 41bis, l’Alta Sicurezza nulla potrebbe contro il diluvio di sue manifestazioni ideologiche. Lui vuole essere voce autorevole di gravi reati da commettere”. E ancora: “C’è un mondo che si muove su input di Cospito e a suo sostegno. Lui è riuscito a veicolare messaggi perniciosi e istigatori attraverso mezzi sfuggiti al tradizionale sistema di controllo: questo dimostra la sua totale dedizione alla causa per nulla scalfita né dal regime speciale intramurario né dalle condanne riportate”.

Secondo il Guardasigilli, insomma, il detenuto Alfredo Cospito va tenuto al 41bis a dispetto dello stato di salute. Basta e avanza - dice - il monitoraggio da parte dei sanitari. E siccome sotto questo profilo la situazione è lievemente migliorata, già si profila il ritorno in carcere. La stanza dell’ospedale San Paolo che Cospito occupa, infatti, una delle sole due destinate ai detenuti del 41bis a Milano, è particolarmente preziosa. Il cuore del detenuto viene intanto “monitorato costantemente” perché uno dei rischi maggiori a cui va incontro sono le aritmie cardiache e i medici tengono sotto controllo il battito.