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di Liana Milella

La Repubblica, 28 giugno 2023

In autunno il tribunale di sorveglianza di Roma deciderà sulle due richieste dell’avvocato Rossi Albertini. L’esperta di 41 bis Angela Della Bella conferma che “l’eventuale revoca prima della naturale scadenza dovrà essere decisa dal Guardasigilli”. E cosa accadrà adesso al leader anarchico Alfredo Cospito? Potrà lasciare il 41 bis, il carcere duro per mafiosi e terroristi, dopo la riduzione di pena a 23 anni dall’ergastolo decisa dalla Corte di Appello di Torino? La palla è di nuovo nelle mani del Guardasigilli Carlo Nordio, che ha già respinto, prim’ancora della pronuncia della Consulta, e durante lo sciopero della fame dell’anarchico per 182 giorni, la possibilità che potesse lasciare il regime detentivo speciale.

Perché tocca ancora a Nordio - Un’esperta di 41bis è la professoressa Angela Della Bella, docente di diritto penale alla Statale di Milano e autrice di un libro proprio sul 41 bis. Edito da Giuffrè il libro è intitolato così: “Il carcere duro tra esigenze di prevenzione e tutela dei diritti fondamentali. Presente e futuro del regime detentivo speciale”. Che alla domanda se l’anarchico adesso possa lasciare il 41 bis risponde con nettezza: “No, assolutamente no”. Aggiungendo subito dopo: “L’eventuale revoca prima della ‘naturale scadenza’ del 41 bis dovrà essere decisa dal ministro della Giustizia”. Ecco allora di nuovo Nordio protagonista del caso Cospito. Vediamo perché non sarà possibile una procedura che eviti, o passi sopra, il suo intervento.

I passaggi necessari - Spiega Della Bella: “Il 41 bis è applicato a detenuti che siano imputati o condannati per uno dei titoli di reato previsto dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario, indipendentemente dal quantum di pena per cui vi sia stata la condanna”. E in questo caso cosa succede? Ancora Della Bella: “In questo caso il titolo di reato è rimasto fermo, l’articolo 285 del codice penale, e nulla rileva il fatto che la Corte d’Assise di Torino, anziché applicare l’ergastolo - che prima della sentenza della Corte costituzionale era una scelta obbligata stante il divieto di ritenere prevalenti le attenuanti in presenza di recidiva - abbia potuto bilanciare le circostanze e dare rilievo all’attenuante dell’articolo 311 dello stesso codice penale sulla tenuità del fatto, con il risultato di applicare la pena di 23 anni”.

Perché è obbligatorio il parere del ministro - Chiediamo alla professoressa per quale ragione una modifica dello stato carcerario dell’anarchico dipende esclusivamente dal Guardasigilli. Della Bella risponde così: “In ogni caso la revoca da parte del ministro si giustifica nel momento in cui si accerti che siano venuti meno i presupposti della stessa applicazione”. E cioè, spiega ancora la giurista, “perché il detenuto ha finito di scontare la pena per il reato presupposto oppure lo stesso detenuto è stato assolto per quel titolo di reato, o ancora perché è venuta meno l’attualità dei collegamenti”. Ma in questo caso, come fa notare l’esperta di 41 bis, “la sentenza della Corte d’Assise non incide su questi due profili e quindi non ci sono di per sé ragioni per la revoca”.

Le prossime mosse dell’avvocato di Cospito - Proprio alla luce di questa situazione normativa, già a fine udienza, l’avvocato del leader anarchico Flavio Rossi Albertini ha subito detto che non presenterà altre istanze di revoca perché non avrebbero un sufficiente sostegno. E comunque lo stesso Rossi ha già presentato due differenti istanze che in autunno saranno affrontate e discusse dal tribunale di sorveglianza di Roma, cui fanno capo i 41 bis.

È possibile la richiesta di revoca dei pm? Anche dopo la requisitoria del procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo è da escludere che gli inquirenti torinesi, in prima battuta i pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia che hanno affrontato il caso Cospito, e lo stesso Saluzzo, possano chiedere la revoca del carcere speciale. L’avvocato Rossi Albertini sembra escludere un’ipotesi di questo genere. Perché in tutta la vicenda Cospito gli inquirenti di Torino hanno sempre tenuto una linea dura nei confronti dell’anarchico. L’unica apertura è venuta dal procuratore nazionale antimafia Gianni Melillo che, in pieno sciopero della fame, aveva ipotizzato la possibilità di assegnare Cospito, in alternativa al 41 bis, al regime di alta sorveglianza.

In attesa dell’autunno - A questo punto bisognerà comunque attendere l’autunno e il pronunciamento del tribunale di sorveglianza di Roma. Qualora quel tribunale dovesse confermare il 41 bis Nordio dovrà decidere se dare il suo assenso oppure no. Considerato il suo atteggiamento nei confronti di Cospito, che in Parlamento ha definito leader anarchico e punto di riferimento della galassia anarchica, in grado di influenzare le azioni dei suoi compagni, si può già escludere che l’attuale ministro della Giustizia possa recedere dalla linea dura nei suoi confronti. Posizione peraltro condivisa da Fratelli d’Italia, come dimostra la stessa polemica del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove su Cospito e la polemica dura con il Pd.