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di Giacomo Galeazzi

La Stampa, 5 febbraio 2023

Il vicepremier e ministro degli Esteri: “Mafia e terrorismo non sono ancora sconfitti”. “Il 41 bis non si può toccare in questo momento, perché bisogna ancora sconfiggere mafia e terrorismo”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rispondendo ai cronisti che gli hanno chiesto se è possibile aprire una riflessione sul 41 bis in seguito al caso di Alfredo Cospito.

“È assolutamente indispensabile continuare ad avere il 41 bis, come strumento di garanzia per la sicurezza dello Stato”, ha aggiunto a margine di un incontro elettorale promosso da Forza Italia a una settimana dal voto delle regionali a Milano. “C’è un’escalation, un attacco contro lo Stato italiano portato non solo all’interno dei confini nazionali ma da un’internazionale anarchica contro tutte le sedi diplomatiche del nostro Paese”, evidenzia tajani parlando delle reazioni degli anarchici alla detenzione di Alfredo Cospito al 41 bis: “Abbiamo innalzato il livello di sicurezza, ora bisogna lavorare per difendere lo Stato di diritto da chi vuole sconfiggere un sistema democratico dove chi commette un reato, dopo essere stato processato, deve essere condannato per aver commesso dei reati gravi, come è il caso del detenuto Cospito”.

Manifesti - “Mi pare assurdo che si indichi il capo dello Stato come uno degli obiettivi che sono responsabili del 41 bis o della detenzione di un anarchico condannato per reati di terrorismo”, prosegue il titolare della Farnesina parlando dei manifesti affissi dagli anarchici all’Università La Sapienza di Roma, che indicano anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, come uno degli “assassini” di Alfredo Cospito. “Cospito, che vuole disegnarsi come un martire e una vittima, quando non lo è, può fare tutti gli scioperi che vuole, ma lo Stato non si farà ricattare. Il 41 bis non è in discussione e non si tocca. Lo Stato non si piegherà”, afferma allo stesso evento elettorale Licia Ronzulli, presidente del gruppo di Forza Italia a palazzo Madama e coordinatrice regionale della Lombardia. “Ieri abbiamo visitato il carcere di Pavia - puntualizza -. Abbiamo verificato lo stato comatoso delle strutture carcerarie, ma abbiamo prima di tutto fatto visita agli operatori della polizia penitenziaria che si spaccano la schiena, lavorando in condizioni precarie. Noi stiamo da quella parte lì, dalla parte degli operatori, dalla parte della giustizia, delle forze dell’ordine, dalla parte dello Stato. Non abbiamo dubbi e non abbiamo ambiguità”.

Polemiche - “Sul caso Cospito hanno sbagliato completamente l’approccio. Se c’è il rischio di saldature tra anarchici e boss mafiosi contro il 41 bis, un governo serio chiama a raccolta tutti. Non crea scontri frontali che avvantaggiano i nemici dello Stato, per attaccare gli avversari politici”, afferma Mara Carfagna, presidente di Azione. “Io penso di no”, così il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha risposto ai cronisti che gli hanno chiesto se tema rallentamenti sulle misure del governo per le eventuali fibrillazioni relative al “caso Donzelli”. “Perché già sulle autonomie, come avete visto, è stato fatto il primo passo per poi portare a termine tutta l’operazione - ha poi aggiunto a margine del congresso Uncat in corso a Firenze - e anche sulla riforma fiscale penso che ci sarà condivisione. Poi penso che sia un tema che non dovrà nemmeno dividere maggioranza e opposizione perché è nell’interesse del Paese intervenire”. “La premier Giorgia Meloni è la grande assente ingiustificata. Scappa dai giornalisti e si preoccupa più di difendere i suoi fedelissimi Delmastro e Donzelli che la sicurezza della dello Stato e delle istituzioni alle prese con mafia e terrorismo. Questa non può essere la strategia del presidente del Consiglio”, attacca Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle e già a capo di due esecutivi.